(R. Maida) – Il premio fedeltà va a un gruppetto venuto da molto lontano. Tra i tremila che hanno canticchiato, sorriso, urlato per la Roma impegnata in una partitella non proprio significativa è spuntato lo striscione «Addis Abeba, 4200 chilometri solo per la Roma» .Dall’Etiopia a Riscone, date loro una medaglia al valore. A maggior ragione perché in Alto Adige non si è visto ancora nessuno dei nuovi acquisti, che per natura alzano l’asticella della curiosità popolare. Il messaggio è chiaro: la Roma si vive a prescindere.
GIOIA – E’ stata festa per tutti, nella seconda amichevole della squadra. In mattinata, Zeman e i suoi collaboratori sono entrati nel villaggio dedicato ai tifosi e hanno giocato una divertente partita a biliardino, accolti dal tripudio generale. Nel pomeriggio, facilitato da un tiepido sole che ha spezzato il grigiore delle ore precedenti e ha preceduto il consueto acquazzone serale, il centro sportivo di Riscone si è riempito di persone di ogni tipo, età e provenienza: c’erano romani, la maggioranza, ma anche romanisti del Nord Italia, tirolesi, siciliani e persino bosniaci, arrivati per incitare Pjanic. (…)
APPLAUSI – Quando la partita è cominciata, poi, il pubblico ha seguito il gioco con interesse e partecipazione, attratto da una vicinanza fisica al campo che permetteva agli spettatori di ascoltare nitidamente le parole dei calciatori. «Vai Dani» diceva Totti a Osvaldo. «Nico, attento, stai lì»urlava Lobont a Burdisso, che nel frattempo si arrabbiava con l’arbitro meranese per una punizione non concessa. Proprio Burdisso ha dimostrato di aver già raggiunto una condizione e una concentrazione degne del campionato. «Era una partita e andava interpretata bene – ha detto al fischio finale a Roma Channel – anche se il risultato è secondario. Per noi è importante vedere i frutti del nostro lavoro, giocare e fare gruppo. Siamo stanchi, è normale, ma forse nessuno sa che al mattino avevamo fatto 10 chilometri di corsa… Con il tempo cresceremo e arriveremo a mettere in campo gli schemi che chiede Zeman» . Sul gol, il primo dopo l’infortunio più grave della sua vita, Burdisso racconta: «Non riuscivo a saltare bene perché mi faceva male la gamba sinistra (quella operata, ndi) , sono contento che quel pallone sia entrato. Qualsiasi calciatore lavora per queste situazioni: ti realizzano» .
GLI ALTRI – Ottimista anche Bojan, che zoppicava uscendo dal campo ma si è consolato con i complimenti degli avversari, che gli hanno chiesto tante foto ricordo. Lui una preparazione così dura non l’aveva mai vissuta: «Sono abbastanza soddisfatto. Certo, non del tutto visto che ho sbagliato un gol facile davanti al portiere. Ma queste partite servono a prendere ritmo, siamo all’inizio della preparazione, va bene così» . Gli acciacchi di stagione non lo turbano: «Il lavoro atletico serve a rafforzare i muscoli in vista della stagione. Tutto procede nel verso giusto, presto cresceremo». Non sente la responsabilità di un anno in cui la gente si aspetta moltissimo: «Io penso solo a giocare. Voglio dare il massimo per la Roma e per i suoi tifosi, che sono splendidi e meritano di essere ripagati. Con il calcio verticale di Zeman posso migliorare tanto» .