(R. MAIDA) – Finalmente Manhattan. Nella mattinata di libertà che la Roma si è concessa prima di chiudere la tournée contro El Salvador, Zeman e i giocatori hanno scavalcato il fiume Hudson e raggiunto il cuore della città. Si sono spostati in metropolitana, che a New York è il collegamento più rapido in assoluto, divisi in due gruppi. Il primo è rientrato in albergo, a Hoboken, intorno a mezzogiorno; l’altro, il più numeroso, si è divertito a studiare la grande mela fino all’ora del pranzo, fissato per le 13. Per alcuni è stata la prima volta, a cominciare da Zeman. Per altri, da Totti a Stekelenburg, per non parlare dell’americano Bradley, è stata comunque l’occasione per una gradevole passeggiata.
IL GIRO – La prima tappa è stata un classico: Times Square, dove Burdisso si è fatto fotografare abbracciato a un’animatrice vestita da Minnie proprio di fronte al negozio della Disney (sembra uno spot, considerando il rapporto commerciale che lega l’azienda dei sogni alla Roma). Particolarmente attivo come fotografo Lamela, incuriosito dai grattacieli e dagli enormi cartelloni pubblicitari che hanno reso famosa la piazza. A seguire ecco la Fifth Avenue, la strada dei negozi più lussuosi del mondo. La maggioranza dei giocatori ha fatto shopping da Abercrombie, uno dei marchi più trendy del momento (in Italia hanno aperto un solo negozio, a Milano). Totti ha comprato da Gap, Heinze si è fatto sedurre da Prada. Ma qualcuno ha pensato a un regalo più speciale, entrando nell’enorme store di Tiffany, la prima gioielleria d’America. Gli appassionati di elettronica invece hanno “saccheggiato” il negozio della Apple, che è a pochi passi.
LE TORRI – Zeman poi ha proseguito la sua esplorazione con i suoi collaboratori verso la parte “bassa” di Manhattan ed è entrato a Ground Zero. Rimanendo molto toccato dal Memorial 9/11, il sito dedicato alle quasi 3.000 vittime dell’11 settembre: tutti i nomi dei morti sono scolpiti su due lunghissime lastre che i visitatori sono invitati a toccare per rendere omaggio al dolore. Circondano le cosiddette piscine della riflessione, scavate sulla base delle vecchie Twin Towers. (…) Dall’albergo della Roma, nel New Jersey, si vede benissimo la prima delle sette torri che entro il 2015 completeranno il nuovo World Trade Center. Ci sono stati dei problemi nei lavori nell’ultimo periodo, in un business da 18 miliardi di dollari, perché i costruttori non sono riusciti ancora a vendere buona parte degli spazi interni e per questo hanno rallentato il ritmo. Tutto il mondo è paese. Ma la torre numero uno, alta 1776 piedi in omaggio all’anno dell’indipendenza americana (oltre 500 metri), è quasi pronta: sarà inaugurata nei prossimi mesi. Senza la pretesa di cancellare quello che c’era prima.