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CORRIERE DELLO SPORT Pallotta: Welcome, Roma mia

James-Pallotta

(R. Maida) – Imprenditori italo-americani, un sindaco di origine avellinese, un quartiere che si chiama Orient Height pieno di tracce della nostra immigrazione. Benvenuti a Boston, la più europea delle città statunitensi: pochi grattacieli moderni, tante casette con i mattoncini rossi. Fondata dai coloni britannici quando gli Usa non esistevano, ha richiamato tanti italiani in cerca di fortuna a partire dalla fine dell’Ottocento. Tra questi anche gli avi diJames Pallotta, il padrone della Roma, che ieri ha accolto la squadra di buon mattino nell’albergo del centro che si affaccia sull’Atlantico.

I COMPLIMENTI – Sotto un cielo grigio, ma con il morale alto dopo l’ottima partita contro lo Zaglebie a Chicago, Pallotta ha subito incontrato Baldini, a cui già aveva assicurato sostegno e fiducia per telefono. C’è stata una chiacchierata informale e uno scambio di opinioni sui primi giorni della Roma negli Stati Uniti. Poi il saluto alla squadra, con una pacca sulle spalle dell’americano Bradley che la proprietà ha fortemente voluto, la foto di gruppo e la stretta di mano con Zeman, che Pallotta non aveva ancora incrociato. Niente tuffi in piscina, stavolta. «Ho visto la partita, è stata bellissima – ha detto il capo – mi piace questo modo di affrontare gli avversari, con un atteggiamento propositivo. Se il gruppo è unito, con il sacrificio di tutti, arriveranno anche i risultati. Io conosco bene gli sport americani, so quanto sia importante lavorare insieme. E mi pare che la strada sia giusta: sono convinto che quest’anno ci toglieremo delle grandi soddisfazioni». Pallotta mercoledì dovrebbe essere allo stadio per la partita contro il Liverpool al Fenway Park, dove sono attesi anche gli altri soci: dal presidente della Roma, Thomas DiBenedetto, ai compagni di avventura Ruane e D’Amore.
LA VISITA – Ma la giornata istituzionale della Roma non si è conclusa in albergo. Sempre nella mattinata del Massachusetts, sei ore indietro all’Italia, Pallotta ha accompagnato Baldini e Pannes dal sindaco, Thomas Michael Menino, 69 anni, famoso da queste parti per avere stabilito due primati: è stato il primo italo-americano ad aver occupato la poltrona di Boston e non l’ha più mollata dal 1993, diventando il più longevo sindaco di sempre nella storia della città. Nell’incontro, Menino si è detto orgoglioso:«Sono contento che un gruppo italo-americano di Boston abbia acquistato la Roma. Auguro alla squadra i migliori successi». Spesso preso di mira dai media locali per una serie di gaffe, anche a proposito dei mitici cestisti dei Celtics, Menino non ha mai perso i contatti con l’Italia: su segnalazione del console di Boston, lo scorso anno è stato insignito dal presidente Napolitano del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per i successi ottenuti all’estero. Il sindaco avrebbe voluto ricevere tutta la squadra, e specialmente Totti che conosceva di fama, ma per gli impegni di Menino e per motivi logistici la visita non è stata possibile.
IL PRANZO – Lasciata la City Hall, la sede del “comune” di Boston, Pallotta ha infine invitato la squadra a pranzo nel ristorante di famiglia, il Nebo, dove le sorelle Carla e Christine gestiscono un’attività molto avviata ispirata da un principio chiaro: «La semplicità pretende gli ingredienti più gustosi». Menù interamente italiano, con una ricca scelta di pizze e primi. I giocatori hanno gradito. Anche perché per una volta la dieta di Zeman, curata con attenzione dal cuoco Luca che ha seguito la squadra nella tournée americana, si è andata a fare benedire.
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