(A. Ghiacci) – Piove? Non fa niente. anzi, tanto meglio. E così la Roma, in uno dei posti più belli d’Italia, una di quelle località che quando le vedi ti fanno capire che il nostro Paese è uno dei migliori al mondo, ha trovato un clima perfetto per allenarsi. Per continuare sulla falsariga dei primi due giorni passati a Trigoria, e iniziare un percorso di dodici giorni che significherà tanto in ottica dell nuova stagione. Il pallone? Scordatevelo. Non si vedrà per un bel po’, tanto che qualcuno ha ironizzato sul fatto che la Roma possa non averli portati quassù. Corsa, corsa e ancora corsa. quella che per Zeman rappresenta il vero doping, la benzina da mettere nei muscoli – soprattutto quelli delle gambe – che serve, per dirla «ad avere la forza di poter giocare un altro tempo dopo il novantesimo». E si è iniziato proprio così.
SOPRALLUOGO – Dopo pranzo, Zeman si è avviato verso il centro sportivo, dedicato e allestito per la Roma. Tutto perfetto, dalla condizione dei campi, alle palestre, fino al bel villaggio-ospitalità per i tifosi. Il tecnico boemo, però, con i suoi collaboratori, Tempestilli e il team manager Scaglia, ha voluto effettuare un sopralluogo anche sul circuito circostante il centro, un percorso da fare di corsa che passa anche dentro ai boschi che circondano gli impianti. Voleva sincerarsi, mentre la squadra si riposava, dopo pranzo. Ognuno ha la propria porzione già fatta e viene servita a tavola: riso, pasta al pomodoro, tacchino, bresaola, verdure bollite e macedonia. La disintossicazione assoluta, con il divieto di caffè e i carboidrati da limitare al massimo, passa assolutamente da una dieta del genere. (…)
SUDORE – Due ore e mezza di duro lavoro. Un breve riscaldamento, tra palestra e campo, e poi, dopo un colloquio tecnico-squadra in mezzo al campo, il via. «Quanti giri mancano?» ha scherzato Totti. «Io altri tre non li reggo eh…». Li ha retti quasi tutti il capitano, che si è fermato solo all’ultimo toccandosi il polpaccio, visibilmente provato. Come del resto tutti gli altri. In difficoltà i due brasiliani Juan e Simplicio, e Okaka, che hanno faticato non poco per concludere il percorso che suddiviso in tra sessioni da sei giri di pista atletica, ha messo nelle gambe giallorosse già oltre sette km a ritmo sostenuto, tutto ovviamente studiato e cronometrato. La corsa era intervallata da esercizi da svolgersi sui tappetini. Addominali però, nessun momento di relax in cui si può incappare quando ci si sdraia dopo una fatica così. Durante il fondo, la squadra era divisa in tre gruppi, seguiti in bicicletta dai collaboratori di Zeman. (…)
FINALE – Quando mancavano pochi minuti alle sette, la Roma era ancora in campo. Gli unici ad aver toccato il pallone sono stati i portieri, testati dal preparatore Nanni. Tempestilli ha provato a stuzzicare il capitano: «Sei indietro…» . E Totti: «Tengo il passo mio…». Zeman è ripartito, come e più forte del solito. E’ cambiato poco nei suoi metodi di allenamento. E come detto, non c’è nessuna marcia di avvicinamento, nessun tipo di lavoro graduale. Si parte, subito e forte. Anzi, la Roma è già partita. Ed eravamo solo al primo giorno. Oggi doppia seduta, con la conferenza di presentazione dello staff tecnico in programma in tarda mattinata. Fa fresco, Riscone è un gioiello: condizioni ideali per allenarsi. E la Roma, agli ordini di Zeman, non può fare altro. « Dai, dai. Correre!»