(M. Cecchini) – Chi l’ha detto che le sfingi non si commuovono? Un torrido pomeriggio dell’estate romana ha dimostrato il contrario. Zdenek Zeman rientra all’Olimpico — che fu suo sia da laziale che da romanista — e riscopre un affetto mai tramontato e grande così tanto da fargli venire gli occhi lucidi. Comprensibile. D’altronde ieri erano in quindicimila i tifosi che affollavano gran parte della Curva Sud e un’ampia fetta della Tribuna Tevere per assistere alla presentazione della nuova Roma, in un «Open Day» destinato a tingere di giallorosso lo stadio.
«Tutti insieme» Una festa, insomma, che per un paio d’ore ha coinvolto tanta gente stretta soprattutto intorno a due personaggi: Zeman e Totti. Come dire che il futuro, per ora, ha ancora il volto del passato. Non a caso uno dei momenti più emozionanti è stato quello in cui sui maxi-schermi dell’Olimpico sono passate le immagini di alcuni grandi campioni che hanno fatto la storia giallorossa. Sono state perciò proprio le prodezze di Pruzzo, Falcao, Giannini, Voeller, Bruno Conti e tanti altri ad introdurre la passerella dei giocatori, sgranata mentre gli altoparlanti sparavano «Born to run» di Bruce Springsteen. Emozioni vere, che hanno fatto accantonare i malinconici cori degli ultrà contro i carabinieri e le bizze dei microfoni. Ma le parole di Zeman si sono sentite forti e chiare. «Non mi sorprende il calore di questi tifosi — e l’allenatore viene interrotto dai cori in suo onore —. Io spero di divertirvi e vorrei che voi ci aiutiate a vincere. Per me siete importanti. Spero che veniate sempre allo stadio, nei momenti belli ed in quelli di sofferenza, dandoci una mano. Adesso partiremo per gli Stati Uniti per fare bella figura. Mi auguro di rivedervi presto, quando cominceremo a fare calcio sul serio». Un modo velato per dire che questa tournée, forse, per un allenatore non è proprio il massimo della vita.
Rispetto La passerella dei volti nuovi — Dodò, Lucca, Bradley, Castan e Tachtsidis — in altri tempi avrebbe suscitato poche suggestioni nella tifoseria, ma è proprio il carisma di Zeman a tenere in piedi i sogni di tanta gente stufa dell’anonimato. Perciò ci sono applausi per tutti, tranne che (immeritatamente) per Greco, Josè Angel, Rosi, Okaka e Borriello (fischiatissimo), mentre vincono l’applausometro Burdisso, Osvaldo, De Rossi (ma assente perché in vacanza) e ovviamente capitan Totti. «Fra me e questi tifosi c’è un amore reciproco — ha detto —. Indossare questa maglia è sempre stato il mio sogno. Ora partiremo per farci conoscere negli Stati Uniti. Nella prossima stagione vogliamo una grande Roma, perché questa gente merita rispetto». Chissà se ancora una volta queste parole dettate dall’amore per i giallorossi irriteranno il d.s. Sabatini, che a bordo campo chiacchierava insieme a Baldini e Fenucci. Ma è tempo di letizia e allora nessuna sorpresa che la Roma cinguetti su Twitter: «Su YouTube 33.000 visioni dell’evento live, con utenti da 108 paesi». Titoli di coda col direttore commerciale Winterling. «È stata una bellissima giornata per una iniziativa fortemente voluta dai proprietari americani». I grandi assenti. Ma chissà che una volta o l’altra non venga voglia anche a loro di officiare la cerimonia. Quelli delle partenze, in fondo, sono sempre i giorni più belli.