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GAZZETTA DELLO SPORT Frasi, smile e corone: gli azzurri campioni di tatuaggi

Tatuaggio De Rossi

(S. VERNAZZA) – L’Europeo dei tatuaggi l’abbiamo vinto noi. Migliori in campo Diamanti, Cassano, Bonucci e Barzagli: sono loro gli azzurri più «pitturati». Alessandro Diamanti è un quadro ambulante, le sue braccia sono strapiene di ogni genere di simboli e di frasi. Altri lanciano messaggi, omaggiano familiari, mostrano strani «geroglifici». Pensare che il tatuaggio era considerato riprovevole, roba da galeotti. Oggi è una moda, e un modo per esprimersi.
I motti di Bonucci e MarchisioSul braccio sinistro di Leonardo Bonucci la scritta in latino «Per aspera ad astra». Attraverso le asperità fino alle stelle. Per arrivare in alto bisogna soffrire, il senso del motto, e Leo ne sa qualcosa: quanti errori e quante critiche prima di arrivare alla perfezione delle ultime due euro-partite. Più modernista Claudio Marchisio, che ha scelto la frase «niente è impossibile», mantra rilanciato anni fa in grande stile da una pubblicità. Bonucci ha anche il 19, suo numero di maglia, e un ideogramma che né un giornalista cinese né uno giapponese sono riusciti a tradurre: «Troppo strano», hanno detto.

La corona di Balotelli SuperMario si è definito un genio, in un’intervista a France Football prima dell’Europeo, ma non gli è bastato. Sul suo petto campeggia una corona, come a dire: «Io sono il re». Non male per uno che gioca in Inghilterra, nel campionato della regina. Cassano, all’interno del braccio destro, si è fatto scrivere il nome (Antonio) in ideogrammi cinesi. Spicca anche uno strano disegno, forse un dragone, ma non è sicuro che sia tale, la nostra è un’interpretazione. Sull’altro braccio un sole, una farfalla, un delfino. In alto sulla schiena e su una spalla due «composizioni» artistiche. Chi ci dà dentro con l’Oriente è Andrea Barzagli. Un ideogramma su un braccio indica il fiore della rosa. Un altro la famiglia. «Barzaglione» è tipo tranquillo, tutto casa, campo e giardino. Federico Balzaretti si è fatto imprimere, in fondo alla schiena e a caratteri cubitali, il nome della primogenita, Lucrezia. Thiago Motta ha scelto un samurai.
Non si passa Originale il «tattoo» di Daniele De Rossi sul polpaccio destro: un calciatore in tackle. Lo stile è lo stesso di quei disegnini che raffigurano ben altre situazioni, a luci rosse. Il messaggio subliminale sembra interessante. Vuoi vedere che De Rossi si sente più interditore che costruttore? Più «libero» che centrocampista? All’Europeo, nelle prime due partite, ha giocato al centro di una difesa a tre e forse non gli è dispiaciuto. Anzi.
Il caso Diamanti «Alino» Diamanti si candida per il titolo di calciatore più tatuato al mondo. La sua pelle è un puzzle. Sulle braccia non c’è un centimetro quadrato libero. Si notano una balena, il numero 23 — e pazienza se all’Europeo il trequartista porta il 22 —, alcune stelle, lo slogan «be happy» (sii felice), la bandierina di Taiwan il Paese di sua moglie Silvia Hsieh, il volto di sua moglie stessa con la scritta «sei unica» in inglese, l’ideogramma che indica il maiale («Alino» è nato nel 1983, l’anno del maiale per il calendario cinese). Su un polpaccio lo «smile», il sorriso. Un caso di scuola, da studiare.
Il parere dell’esperta Melania Gabbiadini, calciatrice della Nazionale femminile e sorella di Manolo attaccante dell’Atalanta, è tatuatrice e così commenta le scelte degli azzurri: «Mi piacciono i tatuaggi di De Rossi (il tackle, ndr) e di Marchisio (niente è impossibile, ndr). Per il resto vedo tattoo abbastanza comuni, tanti ideogrammi. Diamanti è un ragazzo esuberante ed è pieno di tatuaggi. Pirlo è più discreto e ne mostra soltanto uno, piccolino». Istruzioni per l’uso: «Tatuarsi può essere pericoloso. Buttare gli aghi e sterilizzare la macchina è la prima e fondamentale regola». I costi: «Dipende da che cosa si vuole. Ci sono tatuaggi da 70 euro e tatuaggi da mille. Colori e dimensioni fanno la differenza». La durata: «Un tatuaggio non è più per sempre. Oggi lo si può rimuovere».

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