(A. Pugliese) – «Paura di non tornare? No, mai. Quando sono partito per il Brasile avevo la promessa della società che mi avrebbe riscattato. Ci è voluto un po’ più di tempo, ma l’importante è che ora sia qui». E allora, senza paura, Marquinho va all’attacco di una stagione che vuole vivere da protagonista. «Ho sempre creduto nelle mie potenzialità, la concorrenza fa bene in una squadra — dice il brasiliano —. E senza la pressione di dover firmare un nuovo contratto, anche il mio rendimento può migliorare. I gol? In Brasile ne ho fatti anche 8 o 10 in una stagione. Quest’anno prometto che cercherò di segnare in ogni partita in cui potrò giocare».
Scudetto o no Nel tormentone di Riscone, Marquinho si allinea però a Bojan e Pjanic: la Roma può lottare per lo scudetto. «Ci manca ancora qualcosa rispetto a Milan, Juve e forse Inter, ma questo è un gruppo solido, che può almeno provare a respirare aria di scudetto. Se invece vogliamo fissare un obiettivo minimo, quello è la Champions. Totti? È un giocatore diverso, sempre sotto i riflettori. Ma l’importante per noi è che sia ancora uno in grado di fare la differenza».
La differenza, per lui, sarà invece capire dove giocherà. Centrocampista o esterno sinistro di difesa? «Io preferisco la posizione di interno, di “volante”, come si dice in Brasile. Con questo modulo il centrocampista corre di più e lì io posso fare le cose migliori. Zeman? È un allenatore diverso, che insiste molto sulla parte fisica. Crede ciecamente nel suo lavoro e non fa sconti. Ma nel giro di una o due settimane si vedranno già i risultati». Per ora, oggi si vedrà Castàn a Roma: «Un ottimo giocatore, che mi sembra idoneo a questo gioco».