(F. Oddi) – Quindicimila allo stadio, 19.000 secondo fonti ufficiali, comunque tanti:Curva Sud piena fino all’ultimo uomo, come buonissima parte della Tevere, in 33.000 su YouTube, da 108 paesi. E qualche vip a bordo campo: il premio Oscar Nicola Piovani defilato a chiacchierare con Vincenzo Cerami, bene in vista Claudio Toti, presidente della Virtus Roma, accompagnato dal fratello Pierluigi, sguardo che vagava per le tribune mentre chiacchierava con Winterling, direttore commerciale giallorosso. Parlavano del nuovo stadio? Per ora i tifosi hanno dimostrato di poter riempire buona parte di quello vecchio, per vedere quegli allenamenti che in molti vorrebbero aperti, probabilmente senza immaginare quanto possano essere noiosi. Anche perché ieri Zeman c’è andato leggero, senza spremere dei calciatori che a fine seduta cenavano a casa, prima dell’America.
L’ultimo scatto Allenamento per molti, non per tutti: a metà evento si è sparsa la voce della rescissione di Fabio Simplicio. L’impressione è che non lo sapesse neanche lui: al momento delle foto sotto la Curva Sud c’era, e se la rideva accanto a Bradley, dieci minuti dopo gli hanno sussurrato che non era più un giocatore della Roma. Faceva tenerezza mentre guardava da bordo campo l’allenamento, a fine presentazione lo hanno reintegrato per il rito dei palloni in curva, e lui ha lanciato anche la maglietta, seguita da pantaloncini, parastinchi e da un diluvio di applausi.
Fischi vari A tanti altri non è andata così bene: la cronologia dei fischi è partita coi Carabinieri, passando dal consueto paragone organico per la Lazio, arrivando a una mezza dozzina di giocatori. Qualche mugugno per Greco, Rosi e Okaka, ancor più per José Angel, bordate per Borriello. Tanto che gli ultimi due, per evitare il bis, sono stati esentati dal lancio del pallone, rituale entrato nella leggenda due anni fa, quando Adriano lasciò sgomenti i tifosi che lo videro calciare mollemente sulle vetrate del Flaminio. Lo spagnolo qualche mugugno se l’era preso alla serie dei rigori: battuta morbida, bella figura del 18enne Svedkauskas, che ha bloccato pure la conclusione di Taddei (di tacco). Aveva cominciato Totti, centrando il palo col sorrisetto soddisfatto, mostrato dai maxischermi, di chi (forse) aveva mirato proprio lì. Sarà lui a concludere il pomeriggio, con un saluto ai tifosi interrotto due volte dal microfono: appena la voce andava via, salivano gli applausi. Che Osvaldo si è goduto, e De Rossi si è preso in contumacia, visto che è ancora in vacanza.
Arriva il Taxi L’altro convitato di pietra era Mattia Destro: i più irriducibili ottimisti speravano di vederlo spuntare dal sottopassaggio, al suo posto il coetaneo Tachtsidis. Prima frase del greco: «Ancora non so dove sono» (Ovazione). Il 18enne Lucca si è presentato con un «buongiorno a tutti» che faceva molto riunione di condominio, Dodò con un «grazie di essere qui» da riffa di beneficienza, più articolato il pensiero di Castan: «Sono felicissimo di essere qui e indossare questa maglietta: è un onore, l’hanno vestista molti brasiliani che hanno lasciato il segno e voglio farlo anch’io». «Darò tutto per questa squadra e questa maglia» il saluto di Bradley. Zeman ha concluso dicendo: «Quando torneremo a Roma, cominceremo a fare sul serio». L’ha apprezzata, la tournée negli States.