(U.Trani) – «Sei il mio mito, potevo solo presentarmi così». Il Colosso di Roma si rivolge al Gladiatore, al sole e guardando l’Atlantico. Ma Tachtsidis lo fa con timidezza, anche se quel cucchiaio da fuori area, nella gara di Chicago, dà la sensazione che di personalità, anche a 21 anni, ne ha già tanta. Se Osvaldo gli ha regalato il sorriso più solare, Totti lo ha elogiato per l’esecuzione perfetta. Il greco quasi arrossisce per le parole del capitano davanti ai compagni che lo avevano festeggiato in campo per quel colpo da sotto al Wrigley Field. Pana ha il fisico, 191 centimetri per 86 chili, per irrobustire la Roma di Zeman. A seguirlo in allenamento e in partita ha però la classe del regista. Si vede e si sente in mezzo al campo. Cattura il pallone e lo verticalizza. Non è lento come lo raccontano, solo perché si porta dietro quella corporatura. La rapidità è nel pensiero. Velocizza l’azione con semplicità e lucidità. E’ stato preso per questo dal boemo che lo considera il vice di De Rossi e che, non è da escludere, potrebbe chiedere al centrocampista azzurro di fare la mezzala proprio per promuovere il greco titolare. Di sicuro Panagiotis non è giocatore di serie B. Pure se viene dal Verona. Al debutto nell’afa di Chicago, ha dato subito ragione a Zeman che lo ha indicato alla società giallorossa. «Si è inserito bene. Ha fatto cose belle, ma pure qualche errore di sufficienza. In questa fase di preparazione si perdona tutto. Può fare meglio, ci darà qualcosa di più nella visione di gioco» il giudizio del tecnico giallorosso sul greco.
Panagiotis è scritto anche sulle spalle, sopra il 77 che aveva anche l’anno scorso. Il nome di battesimo è ingombrante: Santissimo. Eppure il Genoa, quando lo acquistò nell’estate di due anni fa, fece un affare pagandolo duecentomila euro. Adesso la Roma lo ha preso in comproprietà dal club rossoblu che lo aveva dato in prestito al Verona, perché per Zeman è stato uno dei migliori dell’ultimo torneo di B, dopo le esperienze poco fortunate al Cesena, nemmeno una presenza, e al Grosseto, entrambe nella stagione 2010-2011. Tachtsidis sta sorprendendo anche i compagni che lo hanno accolto, inizialmente, come il ragazzino che sta studiando da grande con l’Under 21 della Grecia. Con quel sinistro che disegna traiettorie vicine e lontane. «Io cerco di dare il massimo proprio durante il lavoro quotidiano: è lì che posso convincere il tecnico. Zeman deve vedere che io sono pronto e che lui può contare su di me». «Sono felicissimo per la prima rete con la nuova maglia, ma è più bello sentirmi un giocatore della Roma. Un sogno. Ancora non ci credo, mi sto rendendo conto adesso dove sono arrivato. In un club di primo piano». C’è pure la conferma del diciassettenne Romagnoli: se è alla terza amichevole da titolare su quattro, qualcosa vuol dire. A Chicago è stato schierato accanto all’altro debuttante Castan che sta studiando il nuovo sistema di gioco. E il riscatto di Bojan: lo spagnolo, alla prima dall’inizio, sembra a suo agio nella giostra zemaniana. Intanto Dodò si prepara per la prima gara da giallorosso: sta molto meglio. Ieri pomeriggio allenamento a Cambridge, sul campo universitario del prestigioso Mit, per preparare la partita di domani contro il Liverpool al Fenway Park dei Boston Red Sox di baseballl. In mattinata turismo e shopping. Totti ha acquistato la maglia di Brady, campione dei New England Patriot di football americano. Scatto-ricordo per Heinze e Osvaldo sulla panchina-statua di Red Auerbach, storico coach dei Boston Celtics (9 titoli Nba).