(A.Angeloni) – Il più, Erik Lamela, il meno Bojan Krkic. Uno vola, l’altro arranca. Almeno per adesso. Ovvio, è solo un dato, relativo ai risultati dei test fisici dopo una settimana di lavoro a Riscone di Brunico. L’argentino sembra un altro rispetto allo scorso anno, quando è arrivato a Roma tardi e in più infortunato, mentre ora si è presentato agli ordini di Zeman fresco, riposato e con l’obbligo mentale di sfondare definitivamente[…] Gamba lunga e passo spedito, alla fine è sempre il più veloce. Sulle ripetute (mille metri) il primo staccato. Il tempo preso dopo il giro di «carattere», ovvero l’ultimo, quello in cui devi spremere tutto ciò che hai dentro, è di 2’49’’, 8 secondi in meno rispetto al giorno prima. Con questo minutaggio Lamela ha superato il record di Eusebio Di Francesco[…]
Se gli acquisti stentano ad arrivare o quelli in predicato di vestire la maglia della Roma non convincono troppi i tifosi, intanto c’è un Lamela sprinter a proporsi e a far sognare il popolo giallorosso e chi lo ha acquistato lo scorso anno. Tecnicamente non si discute e nessuno lo ha mai fatto, adesso Erik sta solo mostrando un lato che tanti ignoravano. E se continuerà così, Zeman avrà a disposizione un attaccante completo, fisicamente esplosivo. Deve solo cominciare a giocare di più per la squadra, in questo sarà aiutato dalle amichevoli che la Roma disputerà da qui in avanti. Chi invece sta soffrendo la preparazione è Bojan che, un po’ come Lamela, deve capire cosa va fatto in campo con il pallone ai piedi, ma a differenza dell’argentino fatica a sostenere la cura Zeman. […]
«È la prima volta che lavoro così. La mia qualità fisica è ovviamente diversa, sono portato più per gli spazi stretti, sulla lunga distanza soffro. Ma l’estate serve a questo, a lavorare, ad arrivare pronto per inizio stagione», non ne fa un dramma, giustamente, Bojan. Sa che queste sono piccolezze, per di più passeggere. Tempo di smaltire i carichi di lavoro, tutto sembrerà normale, e anche per lui si potrebbe aprire la stagione del riscatto. «L’ho detto il primo giorno che sono arrivato in Italia: non sarà facile assorbire il diverso modo di interpretare il calcio, poi ho provato a dare il meglio ed è andata come è andata. Credo di essermela comunque cavata, quando ho avuto la continuità ho fatto bene. Pensavo di giocare di più con Luis Enrique? Sì, ma ormai non ci penso più, oggi c’è un altro allenatore e devo dare il meglio. Il mio ruolo? Ho sempre giocato come punta centrale. Il Barcellona non voleva riscattarmi, c’erano altre squadre. Io volevo rimanere qua, ora penso alla Roma e non ad altre squadre, darò tutto per i tifosi giallorossi. Vincere? È difficile, ma non impossibile. Se guardiamo l’anno scorso non c’è ottimismo, ma ci dobbiamo credere, dobbiamo credere in noi stessi». […]