(F. Bovaio) – La Roma è volata in America, ma non per la prima volta nella sua storia, anche se quella attuale è la più intrigante di tutte le avventure giallorosse nella patria del basket e del baseball per via dei proprietari americani. Un piccolo particolare che distingue questa tournée dalle precedenti a stelle e strisce della storia romanista. Ci riferiamo a quelle effettuate nel 1967 e nel 1972, nel triennio 1976-78, nel 1980 e nel 1987, nel 2002 e 2004. Brandelli di storia giallorossa che i tifosi più attenti e affezionati non hanno certo dimenticato.
Nel ’67 la Roma vola negli States il 20 marzo per colmare una lunga sosta della serie A, che sarebbe ripresa solo il 2 aprile, per gli impegni della nazionale. L’allenatore giallorosso è Oronzo Pugliese. La Roma gioca la prima partita il 25 marzo a San Francisco, dove batte 2-1 i brasiliani del Flamengo con i gol di Peirò e Barison. Le due squadre si ritrovano il giorno dopo al Downing Stadium di New York per la rivincita, che finisce 1-1 (il gol romanista è di Enzo) con la conseguente assegnazione del trofeo alla Roma, che sale sul volo per l’Italia il giorno dopo. In America i giallorossi tornano nel 1972 con Helenio Herrera, ma stavolta in agosto. La partenza è fissata per il giorno 14, la prima partita per il 15, quando affrontano i campioni d’Ungheria dell’Ujpest a Boston, sul campo in tartan del Nikerson Fields. Finisce 3-0 per gli ungheresi con grande rammarico dei 5000 presenti, quasi tutti italiani e, nell’occasione, tifosi della Roma, che spreca molte pallegol. La tournée prosegue poi in Canada, come spesso accadrà anche nelle successive trasvolate oceaniche dei giallorossi, che negli States torneranno tre volte di seguito dal 1976 al 1978.
Nel giugno del 1976 in modo trionfale, visto che conquistano tre vittorie su tre (due negli Usa e una in Canada) contro gli argentini del Boca Juniors, 1-0 con gol di S. Pellegrini al 90’ il 23 giugno a New York; i Lancers di Rochester (1-0 con rete di De Sisti il 27 giugno) e il Metro Croazia (ancora 1-0, stavolta con gol di Di Bartolomei, il 30 giugno a Toronto). Nel 1977, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, la Roma guidata in panchina da Trebiciani batte 2-0 l’Apollo a New York grazie a Maggiora e Boni, va a Vancouver (in Canada) per affrontare la formazione locale dei Whitecaps e batterla 2-1 con la doppietta di Musiello (1 giugno), torna negli Usa per battere 1-0 una squadra All Stars ancora con rete di Musiello e scende a Tampa, in Florida, per pareggiare 1-1 con la squadra locale. A segnare è sempre Musiello, al quarto gol in tre partite. Una cosa mai accadutagli nelle gare ufficiali della sua carriera giallorossa. Con un piccolo salto in avanti arriviamo all’80, quando la Roma vola in America con una maglia particolare, adottata dalla formazione Primavera fin dalla stagione 1978-79: spallone arancione su casacca amaranto, lupetto (circondato dalle stelle della bandiera americana) sul petto, a sinistra, e marchio bianco-rosso-verde della Cit a destra; calzoncini bianchi e calzettoni rossi. Dopo l’1-1 di Vancouver i giallorossi di Liedholm giocano (e perdono) le due gare di New York: 5-3 contro i Cosmos di Chinaglia e 3-2 contro il Manchester City. I viaggi più recenti da quelle parti arrivano nel Torneo di Los Angeles del giugno ’87 con il Club America (battuto 2-1), il Vasco de Gama (0-0), il Rosario Central (1- 1 con sconfitta ai rigori per 6-5) e il Guadalajara (sconfitta per 4-2); l’8 agosto del 2002 (0-0 a New York nell’esibizione con il Real Madrid) e nel 2004, quando affrontò proprio il Liverpool nel vecchio Giants Stadium di New York. Ma queste sono storie che vi racconteremo nelle prossime puntate