(V. META) – Tre vittorie in altrettante partite, tanta gente allo stadio, tantissime foto ricordo fra Chicago e la East Coast e qualche frammento in anteprima della Roma che verrà. A un mese dall’esordio in campionato all’Olimpico contro il Catania i giallorossi rientrano dalla tournée negli Stati Uniti con un bilancio di mezza preparazione nel complesso positivo. «Non stiamo ancora bene e capita di arrivare tardi sui palloni – il commento di Zdenek Zeman– E poi a volte cinque o sei cambi sono troppi perché chi entra non sempre riensce a entrare in partita per tempo, poi la squadra si allunga e non va bene. Io cerco di far giocare tutti, ma siamo ancora in piena preparazione e c’è chi tiene bene il ritmo e chi meno ed è un po’ in ritardo. Ma il mio lavoro è fare in modo che tutti arrivino in condizione tecnica e fisica al momento giusto». Il 2-1 contro El Salvador alla Red Bull Arena è arrivato al termine di una partita vera, nonostante di fronte ci fosse una nazionale: «Forse l’avversario non era di primissimo livello -continua Zeman -, ma ce l’hanno messa tutta. Mi è piaciuto molto il nostro primo tempo, in cui al di là del gol abbiamo avuto diverse occasioni e quando siamo andati a giocare sul pressing e ad attaccare la palla ci è riuscito bene».
Ancora difficile individuare una vera formazione titolare (considerando che a Trigoria sta lavorando Daniele De Rossi che si aggregherà ai compagni per il ritiro di Irdning), però qualcosa si è cominciato a intuire, almeno stando alle indicazioni dei cambi fra primo e secondo tempo, «ma siamo ancora in piena preparazione ed è normale che sia chi sopporta meglio i carichi di lavoro e chi invece soffre di più». Chi sembra già in forma campionato è Daniel Osvaldo, in gol contro El Salvador, così come ha molto bene impressionato Alessandro Florenzi: «Su Osvaldo non avevo dubbi – sorride il tecnico – perché lo conoscevo. Florenzi continua a fare bene come aveva fatto lo scorso anno, anche se in Serie B. Nel complesso il bilancio è buono, anche se qui negli Stati Uniti non abbiamo potuto fare qualcosa che di solito facciamo in preparazione. Riprenderemo dal 2 in Austria, i risultati positivi fanno bene e spero servano alla squadra ad acquisire consapevolezza e carattere. Vincere aiuta ad andare avanti, naturalmente senza montarsi la testa». Zeman torna poi sull’episodio dell’espulsione di Tachtsidis: «Al suo posto mi coricavo per terra e piangevo… L’arbitro ha preso una brutta decisione. Dopodiché, quando uno prende una testata capita che reagisca male…».
Da Boston in poi ha raggiunto la squadra anche l’amministratore delegato Claudio Fenucci, che alla Red Bull Arena ha visto «una partita vera con un’atmosfera calda, forse anche troppo. Però credo sia stato un buon test per la squadra, anche se è ancora in fase di preparazione ed è chiaro che non possa essere al massimo. Penso che questa tournée sia servita ad avvicinare il club agli Stati Uniti, c’è stata un’ottima copertura mediatica: torniamo a Roma sapendo di aver promosso il brand Roma sul mercato americano e sotto il profilo tecnico abbiamo visto tre partite di buon calcio che anche quello aiuta la nostra immagine a crescere negli States». Quanto al mercato, Fenucci non si sbilancia: «Quest’anno gli effetti della difficile situazione economica si fanno sentire per tutti i club, a parte qualche rara eccezione. Noi stiamo continuando quanto iniziato lo scorso anno prendendo giocatori giovani e di prospettiva, ma anche utili nell’immediato. Chiaro che poi penseremo anche a qualche operazione in uscita, in modo da consegnare a Zeman una rosa adeguata alle esigenze della nuova stagione».
Terzino d’eccezione, Gabriel Heinze racconta così le sue impressioni al termine del tour statunitense: «Come sto? Stanchissimo… però si sta formando un bel gruppo e poi il lavoro paga. Non so quando, ma paga. Zeman è un allenatore molto duro, che cura molto la fase offensiva e crede nel lavoro. Ero già venuto negli Stati Uniti, ma è stato bello tornarci con i compagni per far conoscere il nostro calcio».