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CORRIERE DELLA SERA Se la giustizia genera solo confusione

Stefano Palazzi

(M. Sconcerti) – Adesso l’errore è dovunque. Non si tratta di essere juventini o meno, contro Conte o a favore, problemi che non mi competono. Si tratta di un minimo bisogno di capire questi verdetti. Adesso è impossibile. Conte era stato condannato in prima istanza per due omesse denunce, dieci mesi di squalifica. In appello una delle omesse denunce è caduta, improvvisamente è diventata risibile. Carobbio non è più un teste attendibile, diventa logica la tesi per cui se uno accusa e gli altri venticinque smentiscono, hanno ragione i venticinque. Viene quindi cancellato il sospetto su Novara-Siena. Si può discutere su cosa sia cambiato rispetto a dieci giorni fa, ma sono parole. Un appello è fatto per riesaminare, sono diverse le teste che giudicano, diverse quelle che difendono, è giusto che tutto possa cambiare.Ma se cade un’accusa deve cadere anche la punizione conseguente. Conte nel girone d’andata ha preso dieci mesi di squalifica per due omesse denunce. Se un’omessa denuncia decade, devono scomparire dei mesi di squalifica, forse quattro considerate le aggravanti, forse cinque, ma qualche mese deve comunque sparire. Invece così non è, questo è lo straordinario. I giudici cancellano la colpa ma non cambiano la pena. Penso e auspico lo facciano in seguito, ma non l’hanno fatto adesso.

Secondo paradosso. Uno dei giudici racconta in diretta radiofonica il perché dell’errore. Mai visto un giudice che esce da un tribunale e commenta la propria sentenza. Mai visto però nemmeno un giudice che spiega di aver lasciato inalterata la condanna perché nel frattempo è stato ravvisato un reato molto più grave. In sostanza Conte è stato prosciolto perché nel primo caso non c’era più reato, ma è stato ritenuto «inevitabilmente» coinvolto nell’illecito (conclamato) tra AlbinoLeffe e Siena. Mezza accusa è saltata, ma una ancora più grave sarebbe diventata evidente. Allora cosa si fa? Non si tocca nulla, tanto alla fine i mesi di squalifica sarebbero stati più o meno gli stessi. Inutile assumersi la responsabilità di cambiare accusa, aggiungerne una più grave, smentire tutti i colleghi.

Si fa solo sapere che Conte e la Juve devono stare tranquilli perché avrebbe potuto andare molto peggio. Il risultato finale è che abbiamo solo colpevoli. Il procuratore federale Palazzi per aver sfiorato l’illecito di Conte senza avere avuto il coraggio di affrontarlo. I giudici di prima istanza perché hanno accettato le due omesse denunce proposte dal procuratore senza farsi venire altri dubbi. I giudici di appello perché hanno rovesciato il tavolo senza cambiare la partita. E infine Conte che ha sbagliato certamente qualcosa, ma non è ancora chiaro cosa. Si è parlato spesso in questi giorni di come cambiare la giustizia sportiva, l’unica forse veramente seguita dalla gente. Si è parlato di tempi e di mezzi, di opportunità impossibili, dimenticando gli uomini. Sono gli uomini che hanno coraggio o paura, che danno senso alle leggi, non viceversa. Non prendiamocela solo con il fine, prendiamocela con i mezzi. Cominciamo a cambiare gli uomini di questa giustizia, poi qualcuno valuterà davvero quanto sarà possibile cambiare la giustizia.

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