(R. Maida) – L’acronimo che racconta De Rossi, DDR, sui social network è diventato uno slogan, un’esortazione in romanesco: Deve Da Resta’. E’ il segno che la città giallorossa, svuotata da un caldo soffocante e dalle ferie di ferragosto, comincia a temere il peggio: vuoi vedere che stavolta la Roma lo lascia andare? No, le cose per il momento non sono così gravemente delineate. Ma di sicuro il Manchester City è tornato alla carica con la stessa convinzione che aveva fatto scricchiolare il senso di appartenenza di De Rossi l’anno scorso, prima del rinnovo contrattuale.
REAZIONI – La Roma tutto questo lo sa. E sa anche di non poter contrastare le tentazioni arabe. Ma continua a sentirsi sufficientemente serena. Perché De Rossi non ha mai chiesto di andare via e perché un’offerta ufficiale a Trigoria non è arrivata. Da Manchester, attraverso intermediari, sono state recapitate delle proposte generiche «bassine», tra i 15 e i 20 milioni. Per questo Baldini, che si sta occupando personalmente di gestire la situazione come già aveva fatto nella lunga trattativa per il rinnovo contrattuale, non ha aperto la trattativa. Ieri pomeriggio, dopo molte ore passate a Trigoria, è volato a Londra. Ma solo per faccende private.
SFUMATURE – E’ tutto fermo, eppure si discute. Ma come, De Rossi non era incedibile? Per la Roma lo era e lo è ancora, nei limiti della decenza. Soltanto di fronte a una follia da sceicco capriccioso, come Sabatini ha chiarito, una cessione poteva essere valutata. Ma non è questo il caso, per il momento. Mancini non può esagerare, perché i padroni del City hanno deciso di non svenarsi più per calciatori maturi. Per De Rossi, che ha 29 anni, non si possono spendere i 40 milioni che la Roma potrebbe chiedere. Ecco perché da Trigoria garantiscono (pubblicamente e non) che non ci saranno sorprese: hanno saputo che il Manchester City non ha intenzione di trattare alle condizioni – più teoriche che realistiche – della Roma.