(R.Maida) – L’aveva anticipato ai suoi uomini un mese fa, davanti a una prelibata bottiglia di vino a Boston. Adesso è anche ufficiale, scritto sulle carte della storia:James Pallotta è il nuovo presidente della Roma, il numero ventitré dal 1927 a oggi. Presidente e padrone, come nelle migliori famiglie del calcio italiano. La nomina è stata annunciata all’indomani del debutto in campionato dal Consiglio di amministrazione del club, che si è riunito nel pomeriggio a Trigoria. Cin cin.
L’ADDIO – Esce quindi di scena Thomas DiBenedetto, che aveva curato in prima persona la trattativa con Unicredit per il “closing” del 18 agosto 2011. Svuotato di ogni potere sostanziale, si era già fatto da parte da molto tempo, salutando la squadra al Fenway Park dopo l’amichevole Roma-Liverpool. Ieri si è dimesso ringraziando il vicepresidente Joe Tacopina, che era a Trigoria, e tutti i dirigenti per l’appoggio. «Non avevo tempo per dedicarmi al lavoro di presidente» ha detto ai consiglieri, aggiungendo poi attraverso un comunicato di voler continuare «a far parte della famiglia della Roma anche negli anni a venire. Era il momento di cambiare per permettere alla società di crescere» . In realtà DiBenedetto ha lasciato anche il posto che aveva nel comitato esecutivo, quello che gestisce le operazioni più delicate sul piano finanziario, a testimonianza di una profonda ristrutturazione dei rapporti di forza che si sta materializzando all’interno della cordata americana. DiBenedetto nel comitato è stato sostituito da Mark Pannes, braccio destro di Pallotta. Ha conservato solo un ruolo (simbolico) di consigliere e quasi certamente uscirà dal consorzio nelle prossime settimane.
ALLARGAMENTO – Ma le novità non sono finite. I soci Ruane e D’Amore, a cui il Cda ha chiesto una maggiore partecipazione alla vita del club, hanno rinnovato il loro impegno finanziario per gli impegni futuri. Ora però la proprietà ha intensificato i contatti con una serie di soggetti americani per aprire la Roma a nuovi azionisti. A breve potrebbero esserci movimenti di quote azionarie che coinvolgano interessati a investimenti commerciali. E’ denaro fresco da mettere sul tavolo, aspettando che anche Unicredit trovi in giro per il mondo qualche azienda attratta dall’asset Roma.