(S.Di Segni) Per l’ufficialità mancano poche carte, colpi di scena non sono previsti: Marquinhos ormai è un giocatore della Roma. Il brasiliano, dotato di passaporto portoghese, rinforzerà la difesa giallorossa: il Corinthians – che domenica lo ha tenuto in panchina nella sfida con il Coritiba – ha mollato la presa. Affare fatto anche con i due fondi monetari che avevano voce in capitolo sul cartellino: il giovane dovrebbe arrivare in prestito con diritto di riscatto, a Trigoria stanno preparando l’accoglienza, lo sbarco in Italia si avvicina. A dispetto dell’età, diciotto anni compiuti a maggio, al difensore verrà data la chance di mettersi alla prova con la prima squadra. Il dg Baldini e il ds Sabatini sono rimasti impressionati dalla sue doti, al punto tale da ragionare sull’ opportunità di consegnare a Zeman ulteriori pedine per la retroguardia: in questo senso sono ore decisive per Bruno Uvini, un affare a basso costo per un altro giovane di prospettiva. Tre anni separano Marquinhos dal giocatore del San Paolo (Uvini ne ha ventuno), ma gli esperti di mercato garantiscono che il talento autentico sia quello del ragazzo che viene dal Corinthians: scatto fulmineo e personalità, ecco il biglietto da visita timbrato da quanti lo hanno visto all’opera. In attesa di capire se la Roma intenda raddoppiare gli innesti in difesa, ha perso vertiginosamente quota la pista Rhodolfo: se la Roma avesse in mente di investire i milioni che chiede il San Paolo, oltre dieci, a quel punto preferirebbe sferrare l’assalto a Davide Astori. O ad Angelo Ogbonna. Al momento una mossa del genere sembra difficile.
CORRIERE DELLO SPORT Scatto Roma, Marquinhos affare fatto
Nel frattempo c’è un mercato che si muove silenziosamente anche in uscita. La calma è solo apparente. Nascondersi e negare. Sempre. A tutto c’è una spiegazione e non ci vuole un genio a comprendere la strategia dell’attesa che molti club stanno applicando con Marco Borriello: tante pretendenti finora non sono bastate a far scattare l’asta, perché la partita, dal punto di vista di chi l’ha messo nel mirino, si gioca sulla pazienza. Dopotutto, perché uscire ufficialmente allo scoperto, se sul gong del mercato l’affare può diventare ancora più low cost del previsto? Occhio a non tirare troppo la corda, però: c’è il rischio di rimanere scottati. Con quale spirito l’Inter accoglierebbe l’eventuale passaggio dell’attaccante al Milan? Invertendo l’esito, c’è da fare lo stesso con l’amarezza. Insomma, le due cugine sotto sotto si guardano con diffidenza, mentre annusano la possibilità di fare felice il giocatore: Borriello gradirebbe il ritorno a Milano e anche per questo nelle ultime ore è apparso restio a prendere in considerazione un’offerta arrivata dalla Spagna.
La Roma non è preoccupata: 5,4 milioni lordi a stagione, fino al 2015, sono un bel peso sul bilancio, ma a Trigoria sanno che le doti del centravanti presto avranno la meglio sulla tattica delle contendenti. L’incastro studiato a Milanello prevede il ritorno di Borriello: dentro con Alessandro Matri, per sostituire Zlatan Ibrahimovic e (forse) Antonio Cassano. I parenti nerazzurri vedono invece la punta come il sostituto naturale di Giampaolo Pazzini. E’ un derby freddo di mercato, quello che tiene sulle spine il diretto interessato. L’impressione è che l’uomo la sua scelta l’abbia fatta: questione di feeling con la città. Ieri il partenopeo si è allenato a Trigoria con i propri compagni. Non ha preso parte alla tournée in Usa, come al secondo ritiro a Irdning: non rientra nei piani di Zdenek Zeman, ma non si è mai illuso e la sua serenità non sembra intaccata da questa situazione. Vale lo stesso per la condizione fisica, che Borriello non ha mai trascurato. Poi, in fondo, sa che non è solo: sente gli occhi addosso delle milanesi, insieme allo sguardo di Juve, Genoa, Fiorentina, Paris Saint Germain e Tottenham.
L’Inghilterra è una destinazione che lo attrae e gli Spurs hanno manifestato un certo interesse. Londra può rappresentare una valida alternativa a Milano, ammesso che con la Roma si trovi un accordo. Vale lo stesso discorso per Parigi, dove Carlo Ancelotti fece il suo nome già nell’inverno scorso: il Psg si mise in moto troppo tardi, Borriello si era ormai impegnato con la Juve. A proposito dei bianconeri, qualche segnale è arrivato anche da Torino: se la telenovela dovesse protrarsi fino alle ultime ore di mercato, Beppe Marotta potrebbe cogliere l’occasione al balzo. Nell’intrigo, vale la pena non perdere di vista le mosse del Genoa e della Fiorentina: i rossoblù non hanno perso i contatti con Borriello, anche se in questo caso l’ingaggio ha un peso ancora più rilevante. Il presidente Enrico Preziosi sa di non essere fuori dai giochi, la seconda esperienza in Liguria è un’ipotesi che al momento non può essere scartata. Un’altra variabile italiana si chiama Fiorentina: l’ex ds romanista Daniele Pradé, ora artefice del mercato viola, segue sornione l’evolversi della vicenda, così come il tecnico Vincenzo Montella, che nella Capitale non elesse Borriello a titolare, pur riconoscendone le qualità.