(R. MAIDA) All’improvviso si apre una porta. Nello studio del professor Mariani entrano due dottoresse con in mano la sentenza che tiene in ansia la Roma: il risultato di una risonanza magnetica che conta più di una partita. C’è una certa suspense, cala il silenzio nella clinica Villa Stuart, quartiere Monte Mario, mentre fuori i trentacinque gradi di Roma nord mozzano il fiato. Alla fine è tutto bello. Francesco Totti sorride, insieme con la moglie Ilary che l’ha accompagnato in questa mattinata di verifiche: la caviglia sinistra è a posto, è solo un po’ infiammata, dopo una settimana di riposo e terapie tutto dovrebbe tornare alla normalità.
ALLARME RIENTRATO – E’ proprio Totti a confermare che la paura è passata, prima di risalire alla guida del suo Suv nero: «Sto bene, non ho niente, tra pochi giorni farò un nuovo controllo ma non ci sono problemi» . In macchina, nascosti dai vetri scuri, siedono anche gli uomini di fiducia: Vito Scala e il fisioterapista Silio Musa, che da quest’anno lavorerà part-time e solo con Totti. Il capitano non tornerà in ritiro, a Irdning, per il semplice motivo che non ha alcun senso: potrebbe ricominciare ad allenarsi da lunedì, dopo il nuovo consulto con Mariani, mentre la squadra rientrerà in blocco domenica sera. (…)
IN CAMPO – Totti dovrebbe essere quindi a disposizione di Zeman per l’esordio in campionato, domenica 26 contro il Catania all’Olimpico (sarà importante: non c’è Destro, che è squalificato). Sarà più difficile invece vederlo nell’amichevole della settimana prima, il 19 con l’Aris Salonicco: secondo i programmi, nella migliore delle ipotesi Totti riprenderà ad allenarsi con i compagni soltanto giovedì 16. Sarà l’allenatore a decidere se e quando schierarlo, naturalmente da esterno sinistro e non da centravanti. Mariani già l’ha rassicurato ( «Stai benissimo» ), mentre Ilary chiedeva quanto tempo fosse passato dall’ultima volta in cui aveva messo piede in quella clinica: «Quattro anni» gli hanno ricordato. (…)
LA PLACCA – In questo caso però il ginocchio non c’entra. Era la caviglia sinistra operata nel 2006, dopo la scivolata fatale di Vanigli, a preoccupare Totti. Già in ritiro a Riscone, dopo le prime ripetute zemaniane, era comparso il dolore. Totti ha voluto insistere, ha giocato le sette amichevoli tra Alto Adige, Stati Uniti e Austria, mostrando una condizione atletica invidiabile, poi ha alzato un braccio e ha chiesto di vederci chiaro con il medico di cui si fida di più. A 36 anni meno un mese, dopo che hai dato alla Roma tutto quello che avevi, puoi permettertelo. Per fortuna la famosa placca, che il professor Mariani ha montato sul perone fratturato sei anni fa, non ha provocato infezioni. L’infiammazione ad «alcuni tendini» , come ha spiegato la società attraverso una nota su internet, va per fatti suoi. E allora l’ipotesi di intervento chirurgico, già piuttosto remota prima della visita, è stata definitivamente scongiurata. Sollievo. Se Totti avesse tolto la placca, con le viti che servono a mantenere saldo l’osso, avrebbe dovuto fermarsi per almeno due mesi, non due giorni. Altro che sorrisi.