Se Daniele De Rossi è preoccupato perché, improvvisamente, sente tirare una brutta aria a Trigoria, immaginate le perplessità dei tifosi romanisti. Ma l’effetto che potrebbe provocare la cessione del centrocampista non è scontato né univoco. Quantomeno, andrebbe interpretato.
Divisi Ovvio, la partenza di uno dei leader della squadra non farebbe piacere a nessuno. Il gradimento nei confronti della proprietà americana — ai massimi storici, come testimonia il dato degli abbonamenti, salito a 23mila — scenderebbe di colpo. La bella immagine che la Roma si è costruita con un mercato da regina verrebbe sporcata. La maggioranza assoluta che oggi vota per Pallotta and friends perderebbe qualche pezzo. Non le mancherebbero i numeri per ottenere la fiducia, ma dovrebbe ricominciare a fare i conti con un’opposizione. Nascerebbe un partito degli scontenti, anzi più d’uno, e qui sta la particolarità. Scontenti diversi. Ci sarebbero quelli delusi dalla cessione della bandiera romanista, del ragazzo cresciuto a Trigoria che ha seguito l’esempio di Totti. Ma forse, per la prima volta, sarebbero una minoranza. Perché De Rossi non è Totti e non potrà mai diventarlo, nemmeno se supererà i record del capitano: ruoli diversi, e anche una simpatia umana differente. Stesso attaccamento alla maglia? I fatti dicono questo, ma nella percezione del romanista non è così. Forse il tifoso si è adeguato al calcio moderno, in cui giocatori incedibili non esistono più (a parte Totti). Forse ha capito pure che Zeman non stravede per il ragazzo. E magari qualcuno è rimasto pure scottato dal tira e molla che il suo agente Sergio Berti fece (giustamente) per ottenere l’ultimo rinnovo contrattuale, che ha reso De Rossi il giocatore più pagato della Roma (con i bonus, anche più di Totti).
Preoccupati… per cosa? Fatto sta che in queste ore il tenore delle reazioni ad una ipotetica cessione di De Rossi è sorprendente. Tifosi divisi, ma in molti disposti a privarsi del centrocampista. A patto che la cessione si materializzi solo in cambio di tanti soldi (35? 40? 50 milioni?), da reinvestire immediatamente in un sostituto davvero all’altezza, e magari più giovane del 29enne di Ostia. Alla fine della fiera, rischia di essere questa la vera preoccupazione dei tifosi: la mancanza di tempo. Nel caso fosse ceduto De Rossi, chi riuscirebbe a comprare Sabatini in dieci giorni per mantenere competitiva la squadra?