( A.Pugliese) – Quaranta gol in otto amichevoli, allamedia di 5 a partita. Un rullo compressore, verrebbe da dire, anche se è vero che avversari come Riscone (9-0), ATV Irdning (13-0) e Liezen (6-0) non sono certo Real Madrid, Barça o Bayern Monaco. «Ma io in preparazione ho bisogno di questi avversari, di gente che ci permetta di provare cosa vogliamo fare in campo», ha spiegato Zdenek Zeman nei giorni scorsi. A cominciare dagli schemi d’attacco, fatti di tagli, sovrapposizioni e uno-due. E di verticalità, quella che il boemo vuole in ogni circostanza di gioco («Per me palla in orizzontale è palla prestata al compagno», ci ha detto ad Irdning in un’occasione). Vediamo allora due tra i possibili sviluppi della manovra d’attacco della Roma, quella che finora ha garantito gol a grappoli e che ne promette almeno altrettanti per il futuro.
CON TOTTI Sopra, nei due schemi, abbiamo riportato due opzioni, con e senza Totti. È chiaro, che lo sviluppo del gioco resta lo stesso sia che il capitano sia in campo, sia che non ci sia. Ma quando c’è lui è più facile che avvenga ciò che viene riportato nel campetto di sinistra, lo schema numero 1. Si parte sempre dal centrale di centrocampo (nella fattispecie De Rossi), che è il cuore dello sviluppo dell’azione. Ed è a questo punto si mette in moto la catena laterale (esterno di difesa, interno di centrocampo ed esterno d’attacco). Nella fattispecie, con Totti che non fa un vero esterno d’attacco ma piuttosto un regista offensivo con licenza di giostrare sul centrosinistra, Pjanic deve restare se lo stesso Totti lancia nello spazio Balzaretti (che poi può crossare con Destro, Florenzi e Lamela che coprono l’aria di rigore rispettivamente sul primo palo, al centro e sul secondo palo) e deve invece andare se Totti cerca la verticalità, con Destro che in questo caso si allargherà per lasciargli lo spazio per andare.
SENZA TOTTI Se non si gioca con il capitano (e quindi a destra, o nel caso in cui Francesco non sia in campo), la catena interessata — in questo caso, quello dello schema numero 2, è quella di destra — si ferma a Florenzi, e cioè all’interno di centrocampo. Il quale ha molte possibilità di sviluppo del gioco, almeno tre. Quella di lanciare sempre nello spazio il terzino che sovrappone per il traverso (Piris), quella di cercare il taglio sul primo palo del centravanti (Osvaldo) o quella di ribaltare la giocata alla sua sinistra, dove intanto hanno tagliato verso il centro l’altro interno di centrocampo (Pjanic) e l’esterno sinistro d’attacco (Destro). In entrambe gli schemi, i giocatori coinvolti e vicino all’azione sono minimo sei, sempre che poi non ci sia anche la discesa dalla parte opposta dell’altro esterno di difesa a «chiudere» il campo. «Per me il gol perfetto è quello dove crossa un terzino e segna un altro», ha detto Zeman ad Irdning nell’ultima conferenza stampa. Le prove generali ci saranno domenica con l’Aris, poi dal 26 in poi, col Catania, i gol peseranno come macigni.