(M.Calabresi) Fine delle chiacchiere, giù le carte. La Roma, a dire la verità, le ha già messe sul tavolo: «Non arriverà nessuno». Ma se fosse un bluff e Sabatini si fosse tenuto un jolly dentro il pacchetto di sigarette? È il bello del poker e del mercato: l’imprevedibilità. Prendete le parole di Zeman: sabato ritiene Bojan «un giocatore importante, che potrà aiutare la Roma», martedì Bojan fa le valigie e va al Milan. Allora ne prendiamo altre, di parole, pronunciate dal boemo dopo la partita con l’Aris: «Con l’arrivo di Marquinhos, siamo a posto con i centrali di difesa». Chi lo dice che non ci sia l’inganno anche lì?
Rimandati a settembre E così, mentre Marquinhos su Twitter si fotografa con l’accappatoio nello spogliatoio di Trigoria, Sabatini parte per Milano — ricorderà l’errore di non aver rinforzato la difesa a gennaio? — e Zeman chiude l’allenamento a Roma Channel, prova un centrocampo senza Pjanic (affaticamento al polpaccio), ma in difesa ha le idee chiare, in campo e sul mercato. Dopo il 2-2 con il Catania, tutti rimandati a settembre: con l’Inter, il 2, è il primo esame vero. Se Burdisso tornerà al Meazza — dove ha giocato per cinque stagioni —, Castan e Piris sono abituati a stadi così, ma forse non ad avversari come Milito e Palacio. La Roma scoprirà se il brasiliano, oltre a essere un buon marcatore, avrà anche qualità da velocista, e se il paraguaiano è davvero un terzino «anomalo» per il boemo: uno che fa le diagonali, ma non spinge come nell’immaginario collettivo del terzino zemaniano.