Dopo essere stato condannato a tre anni di squalifica durante il processo per lo scandalo calcioscommesse, Stefano Guberti, si professa innocente e insieme ai suoi legali, ha fatto ricorso al Tnas per dimostrarlo. A questo proposito, la redazione di GazzettaGialloRossa.it, ha contattato il suo avvocato, Katia De Nicola, per avere notizie in merito al futuro di Guberti. Ecco le sue parole:
Sul ricorso di Guberti?
“Lo stiamo predisponendo. Al momento, ci possiamo esporre solamente sulle motivazioni della disciplinare che non abbiamo condiviso perché non sono sempre asserenti e obiettive. Abbiamo una commissione che in tutti i casi ha cercato degli indizi di colpevolezza mirati e dei dati obiettivi certi, non avendoli trovati è arrivato il proscioglimento per i vari Bonucci e Pepe. Nel caso di Stefano, crediamo che non ci siano questi elementi, ma nonostante questo è stato condannato. Abbiamo riportato il fatto di Rossi già in primo grado, poi in secondo grado. E’ un dato obiettivo, Marco Rossi non ha mai fatto il nome di Guberti”.
Perché continuano ad essere ignorate le dichiarazioni di Rossi?
“E’ uno dei tanti casi, non lo sappiamo. La Procura ci dice che dal rimprovero di Mutti a Masiello si evince il tentativo di combine nel quale sarebbe implicato Stefano. Se è cosi, perché la Procura non ha deferito per omessa denuncia Mutti? Masiello inoltre in dieci interrogatori, da dieci versioni diverse. Oppure Masiello riconduce il tentativo di combine alla Sampdoria? Perché la Samp risponde per responsibilità oggettiva? Lo riconduce ad altri giocatori? E allora perché non sono stati sentiti? Che interesse aveva Guberti di pagare 50.000 euro per vincere una partita per poi tornare alla Roma? Non aveva neanche una riduzione di ingaggio in caso di retrocessione. Non c’è mandante, non c’è stato movente, non c’è stato passaggio di denaro. I nostri testimoni oculari non vengono tenuti in considerazione dalla corte, ma Carella e Giacobbe come testimoni indiretti che danno versioni differenti su Masiello, si. Se Stefano sarà condannato, sarà il primo a prendersi le sue responsabilità, ma è consapevole della sua estraneità ai fatti. Essere condannati senza dei riscontri effettivi è la cosa che dispiace di più. Il parametro usato per tutti gli altri, doveva essere usato anche per lui, e ad oggi, non è stato fatto”.
Avete mai preso in considerazione l’idea di patteggiare?
“‘L’ho proposto come legale, anche perché per noi è un atto dovuto. Lui lo ha escluso dicendomi: “Sono innocente, non ho fatto nulla, non voglio patteggiare. Darei l’impressione di essere uno che ha commesso una cosa che in verità non ho commesso”. È convinto e io con lui. Credo alla sua estraneità ai fatti, e con occhi da giurista, vedo che di fatti obiettivi ed elementi non ce ne sono per condannarlo. C’è solo la parola di Masiello che è ritenuto credibile solo per lui”.
Qual’è il futuro di Stefano a questo punto?
“Stefano è molto preoccupato. E’ arrabbiato e molto deluso, però ha anche tante speranze nel Tnas. Le nostre speranze sono riposte in loro. Speriamo che dopo una lettura accurata dei fatti si arrivi a quello che ci aspettiamo. Quello che lo fa soffrire, oltre all’immagine professionale, è anche quella che arriva ai tifosi”.
Molti condannati dicono di non essere stati ascoltati. Stefano ha qualche rammarico?
“Stefano si è affidato alla mia difesa. La voglia di parlare per lui era fuori dal tribunale. Sapeva che non avrebbe cambiato l’idea di chi l’avrebbe giudicato, e la voglia di Stefano era di parlare ai tifosi. Lui vuole che la sua voce arrivi al pubblico”.