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IL ROMANISTA Zeman, come lui nessuno mai

Zeman

(D.Giannini) – Un sorriso ogni giorno più splendente. E’ quello dei tifosi romanisti a cui l’estate ha regalato prima l’atteso ritorno di Zdenek Zeman, poi una campagna acquisti che definire convincente pare limitativo, e infine una squadra che nel corso del precampionato ha fatto bene. Quasi troppo. Nel senso che già da qualche tempo, girando per la Capitale, si sente ripetere una frase. Una battuta, ma con un fondo di verità: “Speriamo di perderne una prima dell’inizio del campionato”. Scaramanzia, niente più. Eppure serve anche quello per esorcizzare la paura di un’altra partenza negativa come quella degli ultimi anni. La tradizione sembrerebbe scongiurare questo pericolo, anche perché le formazioni di Zeman solitamente partono fortissimo. Insomma, a Roma si sogna un grande campionato, una stagione da record. Per il momento il tecnico boemo un piccolo primato l’ha già stabilito. Si può già dire: “come lui nessuno mai”. Almeno non nel terzo millennio. Dal 2000 in poi nessuno prima aveva vinto tutte le partite del precampionato. Nessuno aveva segnato così tanti gol in estate: 40. Nessuno ne aveva subiti così pochi: appena 3. E di conseguenza nessuno aveva mai fatto registrare una differenza reti così: +37. Nessuno aveva realizzato una media di 5 gol a partita. (…) Certo, nessuno, neppure tra i tifosi più esaltati, dimentica che le avversarie affrontate tra Riscone e Irdning erano ben poca cosa. Ma c’è stata anche la tournée americana e le partite contro il Liverpool (che proprio scarso non è), lo Zaglebie e El Salvador, con le ultime due che non saranno proprio il Barcellona di Messi ma intanto sono arrivate altre due vittorie. In fin dei conti anche nelle stagioni passate molte delle squadre che ci si trovava di fronte erano simili alla selezione della Val Pusteria o il Liezen. L’anno del terzo scudetto, il primo precampionato del terzo millennio, ad esempio era iniziato con 6 gol al Lebring per concludersi con la Shalom Cup e 13 gol al Waqass e una sconfitta contro il Beitar Gerusalemme. In totale 12 partite (o mezze partite) con 28 gol fatti e 7 subiti. L’anno dopo, con il tricolore sul petto si iniziò rifilando 8 reti allo Judenburg, poi avversarie più “toste” come Ajax, Arsenal e Galatasaray per arrivare a 22 reti in 8 partite. Nel 2003 ci fu un mix di grandi e piccole avversarie. Da un lato l’Hartmannsdorf, il Trofaiach e il Kashima Antlers, dall’altra Real Madrid e Inter. Risultato 33 gol fatti e 12 subiti in 14 partite. Lo stesso numero di sfide del 2003-2004, l’ultima stagione di Capello: iniziata con un 6- 1 al Weststeirische Auswahl e terminata con cifre simili a quelle di 12 mesi prima. Poi il numero di amichevoli è andato calando: 11 quelle disputate prima del campionato 2004-2005 a cui si arrivò con alle spalle le pesanti sconfitte contro Glasgow Rangers (1-4), Chelsea (0-3) e persino contro il Perugia (1-2). Con l’arrivo di Spalletti il numero di test amichevoli scese fino a 9 sia nel 2005-2006 (precampionato chiuso senza sconfitte ma con 3 pareggi), sia nel 2006-2007 (con 11 reti all’esordio contro la rappresentativa dello Sciliar, ma poi con solo altre 5 nelle restanti 8 sfide).

Poche partite nell’estate del 2007: appena 5. E avversarie da subito fortissime. Si affrontarono Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen, West Ham e, dopo la parentesi col Frosinone, la Juventus. I risultati non furono certo esaltanti: 1 sola vittoria e appena 6 gol all’attivo. Cinque partite anche nel 2008, avversarie meno forti ma risultati comunque deludenti (vedi lo 0-5 col Tottenham). Sei le partite nel 2009, niente sconfitte ma un pari col Viktoria Plzen. Due estati fa si scese in campo 9 volte con la chiusura shock con l’1-5 contro l’Olympiacos. Anche 12 mesi fa non fu propriamente una cavalcata esaltante con i ko con Psg e quello finale col Valencia. E siamo ad oggi, ad una stagione iniziata come mai. In cui, se si vuole dare retta alla scaramanzia, è rimasta solo una partita da “steccare”: quella di domenica contro l’Aris. Una scivolone indolore tanto per riazzerare il pallottoliere? Meglio di no, meglio fare filotto. (…)

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