(A.Austini) Niente fuochi d’artificio. La Roma si sente a posto così, i suoi colpi li ha piazzati nell’arco dell’estate e, a differenza di un anno fa, non si scatenerà nell’ultimo giorno di mercato. Allora arrivarono Borini, Gago, Pjanic e Kjaer in extremis, stavolta gli sforzi di Sabatini sono concentrati verso l’unico, vero obiettivo: la cessione di Borriello. Il centravanti è partito ieri sera alle 21 per Milano, dove è atterrato anche il ds romanista. Due le valigie imbarcate oltre al bagaglio a mano, segno di un viaggio che dovrebbe tenere Borriello lontano dalla Capitale per diverso tempo. Per sempre, se dipendesse dalla Roma, che ha bisogno di liberarsi del suo ingaggio da oltre 5 milioni di euro lordi, moltiplicato per le tre stagioni rimanenti del contratto. L’attaccante ha raggiunto il procuratore Cavalleri e insieme hanno valutato le ultime offerte rimaste sul tavolo: la più concreta è quella del Genoa, che ha promesso Gilardino al Bologna e si riprenderebbe volentieri il romanista. A due condizioni: con la formula del prestito e con il pagamento dello stipendio diviso a metà con la Roma.
Finora Borriello ha rifiutato tutte le destinazioni all’estero – Tottenham, Wolfsburg e Qpr ad esempio – ieri gli è stato prospettato l’Espanyol (il tecnico Pochettino lo sta tempestando di messaggi) e si è fatta sotto una squadra russa. Difficilmente cambierà idea. Vuole restare in Italia, dove però la «sua» Juventus non intende lo vuole più dopo l’acquisto di Bendtner. L’Inter si è defilata, Montella ha bocciato lo sbarco di Borriello a Firenze. Resterebbe sulla carta il Milan, ma fino a ieri era giusto un’idea. La Roma può solo attendere gli eventi. Se entro oggi gli altri club italiani non si palesano, bisogna chiudere con il Genoa e accettare un’operazione «a metà». Solo una boccata d’ossigeno per i conti in rosso. A libro paga rimangono gli indesiderati Perrotta e Julio Sergio (che è pure infortunato), nonché lo squalificato Guberti. La presenza in rosa di Taddei impedisce di acquistare un altro terzino.
Così, salvo colpi di coda che con Sabatini non vanno mai esclusi, il mercato romanista si chiuderà senza sussulti. L’unico acquisto last-minute possibile sembra quello di Goicoechea: si sussurra che il portiere uruguaiano da qualche giorno sia in un albergo della Capitale ad aspettare una chiamata. Arriverebbe per fare il secondo o il terzo, ma le sue speranze sono sempre più ridotte. L’unica operazione a cui si è pensato concretamente in questi giorni è quella di Pepito Rossi. Il Villarreal voleva girarlo subito alla Roma, promettendo un prezzo vantaggioso in cambio dello «scarico» dello stipendio di quest’anno.
Più che una scommessa sarebbe una mezza pazzia: Rossi dovrà infatti tornare in sala operatoria per la terza volta a ottobre dopo il primo intervento al ginocchio di ottobre 2011 e quello «preparatorio» di aprile scorso, in vista dell’operazione definitiva di ricostruzione del crociato. Il suo rientro in campo è previsto a primavera inoltrata, aprile nella migliore delle ipotesi. Per questo la Roma aspetterà almeno fino a gennaio. «Credo che Rossi – ha spiegato il procuratore Pastorello – rimarrà al Villarreal per altri cinque mesi. Era l’ultima occasione per i club italiani per prenderlo. A gennaio ci sarà troppa competizione con i club stranieri». Un messaggio diretto alla Roma. Che però non si arrende. Baldini in primis. La scommessa-Rossi è nata nella sua testa.