(M. De Santis) – L’incognita di quella che sarebbe comunque una prima volta e di una gioventù ancora tutta da scoprire. Può sembrare un controsenso, ma le spine della Roma sono anche gli stessi aspetti che la rendono intrigante. Il ritorno in A, al volante di una macchina che può finalmente lottare per le prime posizioni, di Zdenek Zeman e l’impatto con una piazza come Roma di un folta pattuglia di giovanotti di belle speranze. L’utopia boema,che nella massima serie non è mai arrivata più su di un secondo posto con la Lazio della belle époque cragnottiana, deve dimostrare di non essere più tale.
Zeman, ritornato in A dopo sette anni di esilio forzato, userà le stesse armi che finora sono sempre state sia croce che delizia: basteranno? Altro punto interrogativo è la gioventù romanista. La composizione del reparto offensivo e lo scheletro della squadra convincono, ma il resto della squadra è ancora da decifrare: e sono tanti i giovani innestati da Sabatini. Castan, Dodò, Piris e Marquinhos devono scoprire l’Italia. Tachtsidis deve assimilare il passaggio di categoria dalla B alla A e Lamela e Nico Lopez sono chiamati a mostrare progressi dopo i primi incoraggianti segnali. Destro, l’uomo mercato dell’estate, è atteso dalla prima vera e propria prova del nove della carriera dopo l’exploit nel test in azzurro che potrebbe spalancargli anche le porte della nazionale maggiore. Molto dipenderà anche da Pjanic, una delle poche note liete della scorsa stagione. Occhio alla difesa, come sempre tallone d’Achille delle squadre zemaniane. Se riuscirà a reggere, per la Roma potrebbero aprirsi discorsi importanti.