(F. S. Intorcia) – La notte di Ferragosto è così giovane che sembra una selezione da talent show, una prova di ballo per debuttanti bravini dal curriculum striminzito, determinati a imbarcarsi nell’avventura che porterà l’Italia in Brasile per la Confederations Cup fra un anno, e per il Mondiale fra due, se non si perderà nel labirinto delle qualificazioni. Cesare Prandelli trasforma l’amichevole di prestigio contro l’Inghilterra a Berna, ideale rivincita dei quarti di Kiev, in un maxi provino, col proposito dichiarato di pescare dal mazzo qualche nome nuovo, specialmente in attacco, per rinfrescare l’Italia vera, quella che fra tre settimane sfiderà la Bulgaria a Sofia. «È una partita suggestiva, ma soprattutto un test — illustra il ct — : sarei felice se tornassimo a casa con due o tre ragazzi già pronti per le qualificazioni. Questa maglia è straordinariamente affascinante, ma dà anche pressione: vediamo chi è in grado di reggerla».
Divisa speciale, solo per stasera: la Puma celebra il trentennale del Mundial vinto da Bearzot con un’edizione da collezione, numero old style e niente nome sulle spalle, omaggio ai tempi di Pablito. Età media sensibilmente abbassata, senza i reduci della Supercoppa e gli infortunati (l’ultimo, Balotelli, si è arreso domenica alla congiuntivite), ma ci sarà spazio per pochi. Verratti debutterà nella ripresa, «per il resto non ho pensato a molti cambi», dice Prandelli. Sperimentale anche l’Inghilterra, che ritrova Lampard e Carrick ma perde anche Walcott (a casa erano già Hart, Cole, Terry, Johnson, Gerrard, Parker, Rooney, Welbeck, Oxlade-Chamberlain, Sturridge e Barry). Il ct azzurro si aspetta risposte importanti dall’attacco, riportato al tridente già provato all’inizio del suo biennio. Diamanti partirà a destra, poi potrà accentrarsi, ma il modulo è una tavola apparecchiata per Mattia Destro e Stephan El Shaarawy, prima volta in azzurro per entrambi, 41 anni insieme, due stagioni e 14 gol in A per il primo, una con due reti per il secondo. Pezzi da Novanta, inteso come decennio di battesimo. Più che il futuro, sono il presente: