(M.Pinci) Sono passati 14 anni dalla torrida estate del ‘98. Ieri il doping, oggi lo scandalo scommesse, ma sul fronte Roma- Torino la temperatura è tornata altissima, con la polemica che ha acceso Zeman su Conte, alimentata poi da Marotta e spenta da Baldini. È vero, Franco Sensi non è più il presidentissimo della Roma, diventata americana, e Moggi ha salutato il mondo del calcio. Ma Marotta è l’unico dei protagonisti di oggi ad aver vissuto l’alba delle ostilità da lontano. Conte, ad esempio, 14 anni fa era il capitano della Juventus con cui Zeman entrò in polemica per l’abuso di farmaci, facendo esplicito riferimento alle esplosioni muscolari di Vialli e Del Piero.
«Ma in quella polemica la Juventus si è tirata dentro da sola», sosteneva all’epoca dei fatti il boemo. Ne nacque un processo, chiuso dalla Cassazione con la prescrizione del reato di frode sportiva. Ma da quel momento il rapporto tra Zeman e la Juventus è di costante tensione: nemico pubblico numero uno, per ogni tifoso bianconero. E anche per l’ex dg Moggi. Con cui la polemica si è estesa negli anni: «Ho allenato in pace fino al ‘98, poi si è scoperto che Moggi non mi voleva in squadre tipo Bologna e Palermo», sostiene il boemo. Pressioni su procuratori e giocatori finite al centro anche della questione tra Baldini e l’ex dg della Juventus.
Rapporti «pessimi» anche in aula, dopo averne denunciato «minacce e soprusi», ed essere stato ascoltato per i procedimenti su Calciopoli e sulla Gea World, società del figlio di Moggi che curava gli interessi di giocatori. Motivo per cui il dg romanista è inviso al pubblico juventino, al punto che lo scorso anno preferì evitare la trasferta allo Juventus Stadium per non surriscaldare gli animi. Sarà più difficile che ciò non avvenga in questa stagione: per Zeman, Conte, Baldini e le polemiche di un’estate. Come 14 anni fa.