Il 17 aprile 2011 l’allora centrocampista della Sampdoria, Stefano Guberti, prese un aereo da Milano per raggiungere Bari e incontrare Andrea Masiello con un obiettivo preciso: assicurare alla propria squadra la vittoria della successiva gara Bari-Sampdoria, giocata il 23 aprile 2011 ed effettivamente vinta 1-0 dalla formazione ligure. Questa la convinzione maturata dalla Corte di giustizia federale sul presunto comportamento illecito di Guberti, punito con 3 anni di squalifica nell’ambito del terzo processo sportivo sul calcioscommesse. “Appare oggettivamente verosimile – si legge nelle motivazioni della sentenza d’appello relativa all’ex centrocampista della Sampdoria, ora tesserato per la Roma – che il Guberti, in considerazione della posizione in classifica delle due compagini, potesse astrattamente aspirare ad una possibile disponibilita’ del Bari, gia’ retrocesso, a concedere alla compagine ligure l’acquisizione di tre punti fondamentali per le residue speranze della stessa di permanenza in Serie A”. Per questo Guberti si reco’ a Bari, un viaggio mai smentito dallo stesso calciatore – cosi’ come l’incontro avvenuto col Masiello in una stanza dell’Hotel Oriente – ma giustificato con una presunta visita ad alcuni amici baresi, “motivazione del tutto inverosimile” secondo la Corte: “Si pensi da un lato che il Guberti ha militato nelle file del Bari appena sei mesi -osservano i giudici – dall’altro che non ha fornito alcuna prova di ulteriori precedenti o successivi soggiorni a Bari, e infine che non risulta affatto legato da un particolare rapporto di amicizia con il Masiello“.
Al contrario, secondo la Corte ci sono “una pluralita’ di concordanti elementi presuntivi” che dimostrano l’intento illecito dell’incontro con il Masiello: “Si pensi al fatto che ilGuberti, dopo aver preso parte (seppure senza entrare in campo) alla gara Milan-Bari disputata alle ore 20.45 del giorno 16 aprile 2011 e quindi conclusasi in tarda serata, la mattina successiva si alza prestissimo per recarsi all’aeroporto di Linate e trasferirsi a Bari, con un biglietto acquistato solo lo stesso 16 aprile (e cioe’ senza avere in alcun modo programmato la pretesa visita di cortesia ai vecchi amici). Giunto a Bari si trasferisce in una camera di albergo e qui incontra in via riservata e quasi clandestina ilMasiello, che si trovava in citta’ perche’ quel giorno non aveva seguito la propria squadra impegnata in trasferta aCesena in quanto squalificato. Ed e’ proprio questo l’elemento di maggiore e decisivo rilievo ai fini del riscontro oggettivo dell’attendibilita’ delle dichiarazioni accusatorie rese dal Masiello – concludono i giudici – E’ infatti elemento di grave e assoluto sospetto il fatto che due calciatori, militanti in compagini che si dovranno affrontare da li’ a sette giorni, si incontrino nel segreto di una stanza d’albergo, soprattutto quando uno di essi affronta un viaggio di oltre ottocento chilometri per ottenere un colloquio con l’altro per il tramite di una comune amicizia”.