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CONI Pagnozzi più forte. Barelli sarà vicepresidente?

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Game over? E’ molto probabile che sia così: fra Londra e fine agosto-settembre è stata tessuta la tela e Lello Pagnozzi ha rafforzato ancora di più la sua posizione. Il segretario generale ormai è favoritissimo per la corsa alla presidenza: si vota il 19 febbraio 2013, il suo rivale Giovanni Malagò, stando ai rumours che vengono dal Foro Italico e dintorni, avrebbe ben poche possibilità. Per vari motivi che andiamo ad elencare. Prima Pagnozzi ha fatto l’accordo con Luca Pancalli, adesso vice del Coni e n.1 dei paralimpici. A Pancalli è stato offerto l’incarico di segretario generale, e lui ha accettato ben felice di “poter continuare il mio percorso professionale nel mondo dello sport”. Poi, Renato Di Rocco, potente presidente della Federciclo, ha fatto la pace con Petrucci, sponsor ovviamente n.1 di Pagnozzi. Infine, ed è di questi giorni, ecco l’accordo con il senatore (Pdl) Paolo Barelli, anche lui potente presidente (della Federnuoto) ed elogiato più volte, non a caso, ultimamente da Petrucci. Barelli, è vero, deve andare ad elezioni ed ha dei rivali: ma, stando alle previsioni, dovrebbe ottenere (almeno) il 60 per cento dei consensi. Anche Barelli, ex amico di Malagò, si è schierato con Pagnozzi, promettendogli un bel numero di voti. In cambio potrebbe avere la vicepresidenza, che è di Pancalli, o un ruolo come membro di Giunta. Insomma, i “nemici”, o meglio rivali, di Petrucci (e Pagnozzi) del passato adesso hanno fatto tutti la pace: lo stesso professore Fabio Pigozzi, presidente della Federazione di medicina internazionale e prorettore allo Iusm (ex Isef), adesso è un “petrucciano”. Una dichiarazione di voto a favore di Pagnozzi è intanto giunta, ufficialmente, da Renato Rizzoli, che è il n.1 della Confederazione mondiale e italiana di bocce, ma anche presidente della Federsport: “Io sono per la continuità. Stimo molto Malagò, bravo industriale e che guida un club importante e prestigioso come l’Aniene: ma questo non vuol dire che ha conoscenza a fondo di tutti gli sport, non fa di lui un buon presidente del Coni. Ci vogliono i fatti, per questo bisogna proseguire nel segno della continuità. Vedere l’altro giorno al Quirinale olimpici e paralimpici insieme è stata una cosa bellissima e un segnale importante”. Con Rizzoli pare ci siano altri presidenti che fanno appunto parte della Federsport. E Malagò che fa? Che dice? Si è candidato prima delle Olimpiadi, il suo Aniene a Londra è andato male (ma questo non è certo colpa sua) e adesso ha promesso che avrebbe svelato il suo programma elettorale. Si sa, lo ha detto, che è per l’innovazione, e non la rivoluzione. Che vuole puntare sul marketing per trovare, soprattutto in questi tempi di crisi, nuove risorse per lo sport. Si sa che è più giovane di Pagnozzi (53 contro 64) ma che sconta il fatto che le elezioni sono molto più vicine di quello che si pensi e che lui non è presidente di Federazione. In un mondo abbastanza “bloccato” e tutto sommato conservatore come quello dello sport, Malagò, pur avendo ottime amicizie politiche bipartisan (da Veltroni a Letta e Catricalà e Passera), si trova a partire sfavorito. E gli accordi degli ultimissimi giorni rischiano di averlo messo all’angolo.

E il superprocuratore Palazzi indaga. Con molta calma…
Eppur si muove: la superprocura federale del superprocuratore Stefano Palazzi, con superpoteri di inquirente e requirente, sta indagando su quanto successo l’11 agosto a Pechino. Il Napoli, come noto, non si presentò alla premiazione della Supercoppa, vinta dalla Juve, favorita dal pessimo arbitraggio di Mazzoleni (questo, ovviamente, il pensiero di Mazzarri e c.). Ieri è stato interrogato De Laurentiis, oggi tocca ad allenatore e calciatori. Poi Palazzi deciderà (speriamo presto): archiviazione o deferimento. Tante cose vanno decise, e ci sembra che la Superprocura vada molto a rilento. Allora: a) che fare con le dichiarazioni della Juve e di Conte? b) che fare con le inchieste del calcioscommesse che coinvolgono (coinvolgerebbero) Genoa, Lazio e Napoli? Prima si parlava di deferimenti verso fine settembre: ora slitta tutto a fine anno? Intanto, molti giocatori indagati continuano tranquillamente a giocare… E’ giusto? E la regolarità del campionato? Silenzio, la superprocura indaga. Con molta calma.

Ranking Uefa, Italia inseguita da Francia e Portogallo
Contro le prime tre (Spagna, Inghilterra e Germania) non c’è niente da fare: avremo solo tre squadre in Champions chissà per quanti anni. Ma se i nostri club non snobbano più l’Europa League, possiamo sperare di risalire in classifica. Nel ranking Uefa 2014 ora siamo appunto quarti, con 53.147 punti e teniamo a bada, per ora, la Francia (51.333) che ha scavalcato il Portogallo (51.168).

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