(A GHIACCI/R. MAIDA) – Tredici nuovi acquisti, alcuni dei quali soffiati alla concorrenza di altri grandi club. Tredici nuovi giocatori dopo i dodici arrivati a Trigoria durante lo scorso campionato. Tutta un’altra Roma, insomma. E ora, almeno per quattro mesi, la squadra giallorossa non cambierà, sarà questa. E toccherà a Zeman portarla più in alto possibile. L’organico a disposizione del tecnico boemo è molto buono, di alta fascia, competitivo: le certezze sono di più rispetto ai dubbi. Perché a differenza del passato, stavolta la Roma può finalmente contare su ricambi dello stesso livello delle prime scelte: due pedine per ogni ruolo, una squadra completa in grado di poter affrontare senza problemi l’impegno del solo campionato (oltre alla Coppa Italia, naturalmente). Una Roma quadrata, che in mano a un allenatore come Zeman può ambire alle posizioni alte della classifica di serie A. Certezze, come detto, ce ne sono. Eppure c’è anche qualche dubbio, che i tifosi hanno cominciato a manifestare qualche giorno fa, quando il club giallorosso ha comunicato la cessione di Bojan al Milan, una diretta concorrente che aveva problemi in attacco. […]
Balzaretti e Destro sono il fiore all’occhiello
La Roma ha avuto un grande merito in questa sessione di mercato: si è mossa con decisione, senza temere scelte scivolose e senza vergognarsi di cancellare gli errori del passato. E alla fine, nell’analisi delle entrate e delle uscite, gli obiettivi apparentemente contraddittori che i dirigenti si erano imposti dopo il fiasco dell’anno scorso sono stati raggiunti. E’ stata rafforzata la squadra, soprattutto in relazione alla concorrenza, e sono stati abbattuti i costi di circa il 20 per cento, completando lo smantellamento di un gruppo di giocatori logoro e non più sostenibile da un punto di vista economico. La Roma parte per essere competitiva subito ma ha anche la possibilità di durare nel tempo, nel rispetto delle normative italiane ed europee sul fair play finanziario. Non è una cosa da poco. IL
BILANCIO – Sono entrate a Trigoria dodici facce nuove, oltre a Zeman che è un usato sicuro, e sono andati via in ventuno. Compresi reperti del ciclo vincente di Spalletti come Cassetti, Pizarro, Juan e comprese tante idee dello scorso anno: da Bojan a Josè Angel, che hanno completato la despagnolizzazione di Trigoria, passando per Gago, Kjaer e per l’ottimo investimento Borini, che in una stagione ha portato 10 gol e circa 6 milioni di guadagno alla Roma. Proprio ieri, poi, è stato ceduto Borriello: a pagamento, certo, ma garantendo comunque un risparmio alla società e una rottura di scatole all’allenatore, considerando la forte personalità di un giocatore che ha pretese da campione.
ANDIRIVIENI – E’ vero, è mancato il colpo dell’ultim’ora. Che non può essere Goicoechea, il giovane uruguayano che partirà come secondo/terzo portiere. E’ altrettanto vero che la cessione di Bojan al Milan ha fatto arrabbiare i tifosi. Ma non si può giudicare uno spettacolo valutando solo il finale. Contano di più, anzi, le operazioni effettuate nelle fasi iniziali del mercato, quando i direttori sportivi non perdono lucidità in nome dell’improvvisazione emotiva, perché i giocatori hanno potuto prendere contatto con il mondo Roma (e con i metodi particolari di Zeman) con molte settimane d’anticipo rispetto agli acquisti di ieri. Baldini e Sabatini hanno vinto i due appalti più ambiti, comprando Destro e Balzaretti. Hanno preso in anticipo un difensore che la Coppa Libertadores ha poi consacrato, il brasiliano Castan. Hanno ringiovanito e rinfrescato l’organico, fornendolo di buone alternative in tutti i reparti tranne la difesa, dove su indicazione di Zeman si è preferito lanciare due giovani talenti, il brasiliano Marquinhos e il ragazzo fatto in casa Romagnoli, che complessivamente fanno un anno in meno di Totti.
DIFESA – Ma c’è di più. In un contesto tremendamente complicato per il calcio italiano, in cui tutte le grandi società hanno venduto pezzi importanti, la Roma è riuscita a rifiutare offerte milionarie per De Rossi, Osvaldo, Pjanic, Lamela, che saranno pilastri della squadra appena formata. Ha trattato tutti, ha ceduto le risorse secondarie a prezzi anche convenienti per gli acquirenti, ma sui beni primari ha resistito con la solidità di chi si sente a posto con la coscienza e con i conti. Il nuovo presidente Pallotta può essere fiero della prima Roma firmata in tutto e per tutto da lui.
Gli esterni sono pochi, i centrali troppo baby
Entusiasmo alle stelle fino a una decina di giorni fa. Poi, dopo il pareggio con il Catania, i primi mugugni. Infine la scelta della Roma di lasciare andare Bojan, finito in prestito al Milan. E così gli umori della stragrande maggioranza dei tifosi giallorossi hanno fatto registrare una curva al ribasso inattesa. Oggi, con il mercato chiuso, tutte le considerazioni che prima erano solo di contorno all’idea generale di buona squadra, sono tornate prepotentemente di moda. Mancanza di estreni adatti al gioco di Zeman, assenza di un ricambio di livello per il ruolo di centrale difensivo, ruolo di terzino destro non sufficientemente coperto: sono queste le critiche che la Roma si sente muovere da qualche tempo a questa parte. Il pubblico romanista ha atteso la chiusura delle operazioni di compravendita di calciatori: il bilancio ora è completo.
CARENZA – La prima cosa che salta agli occhi analizzando la rosa della Roma è la carenza, soprattutto per quanto riguarda l’attacco, di esterni adatti al 4-3-3 di Zeman. Ecco perché in tanti non hanno compreso la cessione di Bojan, per di più a vantaggio di una diretta concorrente. E oggi torna di attualità anche l’addio di Borini: l’italiano e l’ex attaccante del Barcellona, quando fu annunciato il ritorno di Zeman, furono tra i primi nomi indicati quando si parlò di organico fatto su misura per il boemo. Adesso invece, tra i sei attaccanti a disposizione, il solo Nico Lopez sembra avere caratteristiche ideali per fare l’ala del calcio zemaniano[…]
GIOVANI – L’altro grande dubbio sulla Roma riguarda il centro della difesa. Dietro alla coppia titolare infatti, formata da Burdisso e Castan, le riserve sono due giovanissimi, uno uscito dal settore giovanile di Trigoria e l’altro pescato in Brasile (Corinthians). Romagnoli e Marquinhos, nati rispettivamente nel 1995 e nel 1994, saranno chiamati in causa non appena uno dei due titolari accuserà qualche problema o sarà fermato da qualche squalifica. Eccolo, il dubbio: non è troppo rischioso affidarsi a due ragazzi così giovani che non hanno mai messo piede su un campo di serie A? Non sarebbe stato meglio puntare su un “terzo” con maggiore esperienza?
ADATTABILITA’ – L’ultima perpelssità riguarda, in maniera più generale, l’adattabilità dell’organico giallorosso al suo attuale tecnico. Zeman è da sempre abituato a lavorare con il materiale umano che si ritrova a disposizione e questa squadra è sicuramente una delle più forti che il boemo abbia mai guidato. Ma, a partire dalle perplessità che hanno accompagnato la scelta del portiere titolare (Stekelenburg) ci sono almeno un altro paio di punti che non convincono appieno. Il primo: De Rossi è il regista adatto al calcio di Zeman? Un nodo importante, fondamentale, che andrà sciolto al più presto, di partita in partita. E poi la posizione di Totti. Il capitano interpreta il ruolo di esterno sinistro in maniera diversa rispetto ai canoni zemaniani: può essere un problema per il naturale svolgimento delle trame del 4-3-3 di marchio boemo.