(R.Maida) La Roma pretende subito lo 0-3. Lo considera scontato e dovuto. Ieri sera la società ha presentato una riserva scritta al giudice sportivo per valorizzare le proprie ragioni: siamo arrivati a Cagliari, eravamo pronti a giocare, non ci è stato consentito. Il caso è atipico nella giurisprudenza sportiva mal’articolo 17 sembra una garanzia sull’esito della questione, visto che il comunicato del prefetto di Cagliari fa esplicito riferimento alle colpe di Cellino. Se gli avvocati della Roma si sono voluti cautelare attraverso una memoria preventiva è stato per manifestare indignazione attraverso un atto formale. Che non è un vero e proprio ricorso. Quello verrebbe dopo, se la sentenza di primo grado non fosse soddisfacente. Ma il giudice interverrà d’ufficio, senza istanza di parte, e già oggi dovrebbe accontentare la Roma (…). Se poi, come è inevitabile, il Cagliari chiederà l’appello, comincerà la battaglia legale.
CORRIERE DELLO SPORT Furia Roma pretende i tre punti
AMAREZZA – L’umore della Roma è stato descritto da Franco Baldini, che come capodelegazione a Cagliari ha dovuto attendere fino a notte inoltrata nell’albergo della squadra il rinvio della partita. «Sono sconcertato – ha detto – Provo tanto sgomento. Lo 0-3 a tavolino è la conseguenza diretta di quello che è successo. Avevamo anche dato la disponibilità sia alla Lega che al Cagliari per giocare in una sede diversa da Cagliari (Is Arenas è nel comune di Quartu Sant’Elena, ndi) ma non è bastato. A questo punto faremo valere le nostre ragioni attraverso un reclamo: è un percorso obbligato». E quasi superfluo, visto che il giudice Tosel si è già mosso per conto suo: «Vogliamo tutelare un principio, che vale per i nostri tifosi e i nostri interessi ma anche per i tifosi di calcio in genere. I regolamenti sono oggettivi e non soggettivi. E bisogna rispettarli. Altrimenti la competizione non è più seria. In questo momento siamo sprofondati in una situazione che spazia dal ridicolo al tragico. Ridicolo è che sia possibile che questo accada, tragico è che ci sia gente che pensi che è giusto che accada».
PENALIZZAZIONE – La Roma, che ha preferito non replicare alle critiche di Lotito, intende dimostrare anche di essere stata gravemente danneggiata sul piano tecnico: «Siamo la parte lesa. La squadra si era preparata per questa trasferta, aveva viaggiato. E in mattinata alle 6 si è dovuta rimettere in moto senza che i giocatori potessero riposare. Addirittura non tutti sono potuti partire con lo stesso aereo. E’ stato un grande disagio». Il risarcimento arriverà dalla vittoria a tavolino, secondo il ragionamento di Baldini: «Il dispositivo del prefetto di Cagliari lascia pochi dubbi. E il regolamento parla chiaro. C’è una responsabilità diretta del maggior responsabile di una società».
PENSIERI – Il caso Cellino offre a Baldini il pretesto per una riflessione generale sul calcio italiano: «Si ha la sensazione che gli altri posti siano il paradiso, nonostante le magagne che anche all’estero esistono. Da noi succedono ancora cose incredibili. Ieri i giocatori stranieri non riuscivano a capire come mai la partita fosse stata rinviata. E io non sapevo come motivarlo perché una motivazione reale non c’è». Questo episodio, magari, potrebbe spingerlo ad accelerare il ritorno a Londra. I giornali inglesi hanno rilanciato l’ipotesi di un trasferimento al Tottenham, dove Villas Boas lo chiama. Baldini ha già smentito di voler lasciare la Roma ma non può negare il suo sconforto: «Comincio a essere un po’ stanco. Dall’eruzione dell’Etna alle partite rimandate per maltempo pensavo di averle viste tutte, sinceramente, ma ogni giorno in serie A ne capita una nuova»