(A.Polverosi) – Come ogni squadra di Zeman, anche la Roma è folgorante quando attacca. E’ così trascinante e così esplosiva che quasi sconsiglia di guardare anche negli altri settori della squadra e negli altri aspetti del gioco. Totti è il calcio, come ha detto Prandelli, ma a questo punto della stagione, mentre l’idea di Zeman sta prendendo sempre più corpo nella squadra, conviene dare un’occhiata anche alla difesa. E’ giusto, per esempio, chiedersi quanto tempo occorra a Ivan Pirisper salire al livello degli altri.
Già l’anno scorso, quando allenava il Pescara, si era vista una maggiore attenzione del boemo alla fase difensiva. Non solo attacco, non solo schemi in funzione del gol, ma anche un po’ più di equilibrio in difesa. Contro il Catania, questo leggero mutamento non si era notato, a San Siro sì, anche se ancora in modo parziale. Per cominciare, i due centrali, Castan e Burdisso, hanno coperto bene il cuore della difesa romanista. E’ vero che Castan si è fatto fregare da Cassano nell’azione del gol, ma oltre a dare il merito che spetta al barese (si è girato bene e soprattutto con rapidità, forse questo ha sorpreso il brasiliano) va detto che il resto della sua partita è stato impeccabile. Dietro ai due, anche Stekelenburg sembra aver recepito l’ordine di Zeman: se la linea difensiva è alta, non può stare nell’area piccola. Così, quando Milito è scattato evitando (unica volta in tutta la partita) il fuorigioco, il portiere olandese è uscito col tempo giusto. L’anello debole per ora è Piris che sembra spaesato, un po’ confuso, molto incerto nella fase difensiva[…]