(R.Maida) «Mattì, me raccomando, spaccali!». Un signore non giovanissimo urla, scatenando un boato generale al gate B1 dell’aeroporto di Fiumicino. Destro, con la carta di imbarco già in mano, si gira e sorride, sfoggiando una mimica rassicurante. E’ lui il più richiesto dai cinquanta tifosi (ma sono tutti passeggeri in transito?) che accompagnano la Roma verso la prima trasferta della stagione. «Firmame sto pallone, è per mio figlio: si chiama Francesco come er capitano» chiede un papà, che il piccolo lo tiene sulle spalle e forse ha detto una bugia: l’autografo lo voleva per sé.
LEGGERO – Ha la testa a tre strati, Mattia Destro, prima del debutto con la Roma che coincide con la sfida al suo passato. Tre rasoiate del barbiere hanno confezionato un taglio che sembra una scultura d’arte contemporanea, tanto è preciso nella sua avveniristica stranezza. I ventenni di oggi vanno pazzi per questi look sperimentali. E il popolo romanista è già pazzo di questo ventunenne capace di scegliere la Roma e Zeman anche rinunciando al ritorno all’Inter, la madre che lo ha svezzato e poi lo ha costretto a volare lontano dal nido. Stasera a San Siro è la notte della resa dei conti, «sempre che giochi dall’inizio: non è mica sicuro».
LA CORSA – Ha saltato la prima di campionato per una squalifica un po’ sciocca rimediata a maggio con la maglia del Siena, adesso entra in scena con il peso dei 18 milioni pagati dalla Roma per catturarlo. Destro attaccante destro. Emozione? No, solo grandi stimoli. Le premesse sono incoraggianti, visto che ha sempre segnato all’esordio con le sue squadre: con il Genoa nel campionato 2010/11, nel pomeriggio del debutto assoluto in serie A; e anche con il Siena l’anno scorso, dopo quattro partite sopportate in tribuna per incomprensioni tattiche con Sannino. Un gol, poi un altro, curiosamente sempre al sesto minuto di gioco. Oggi, durante Inter-Roma, verrà spontaneo guardare l’orologio per aspettare il momento Destro.
INCROCI – Con l’Inter, ha vinto due scudetti e un torneo di Viareggio a livello giovanile ma non ha mai assaggiato la prima squadra. Non è un suo cruccio, visto che all’epoca gli eroi del triplete di Mourinho non potevano concedere spazio al capocannoniere della Primavera. Però la voglia di farsi rimpiangere è rimasta. Latente per un paio d’anni in giro per l’Italia, esplosiva in questo weekend di inizio settembre. Come avversario, intanto, Destro troverà Palacio, che in questa finestra di mercato è stato a un passo dalla Roma prima di essere assoldato da Moratti. Bel duello.
L’ALTRO – Alla fine forse sono stati tutti contenti. O magari no, lo scopriremo dopo la partita. A Zeman di sicuro lo scambio virtuale ha fatto piacere: «Mattia è stato il colpo dell’estate» ha detto proprio ieri, confermando che la mancanza di Destro contro il Catania si è sentita eccome. E se Destro non avverte il tremore dell’ex, figurarsi Nicolas Burdisso che in questo periodo deve soprattutto recuperare la faccia migliore: «Ormai è tanto che sono alla Roma – dice Burdisso – non sento emozioni particolari. A me interessa tornare il calciatore che ero prima dell’infortunio». Il test contro l’Inter gli darà le risposte che cerca.