(A.Maglie) – La Voce del Padrone riconosce meriti e distribuisce elogi.Un Padrone parziale, al 40 per cento, ma come diceva la storica “anima” di Mediobanca, Enrico Cuccia, le azioni non si contano, si pesano.E se sono nelle mani di Unicredit, il più grande istituto di credito italiano, uno dei più grandi d’Europa e del mondo, pesano ancora di più. Ieri Paolo Fiorentino, vice-direttore generale, nella veste istituzionale di unico sponsor italiano della Champions, ha colto l’occasione per parlare della Roma, di questo “esperimento” nato lo scorso anno con l’arrivo degli “americani” che adesso si identificano nel neo-presidente, James Pallotta.
Le parole di Fiorentino risultato rassicuranti per tutti, anche per i tifosi della squadra giallorossa che dopo le delusioni legate all’ultima fase del campionato scorso sotto il segno di Luis Enrique, hanno alimentato il loro entusiasmo grazie all’arrivo di un tecnico, Zeman, che garantisce spettacolo, di una campagna acquisti ricca di promesse, di una vittoria a San Siro, ai danni dell’Inter, che è stata anche una piccola lezione di calcio. Fiorentino non è un allenatore e guarda la Roma con occhiali diversi. […]
Lo dice in maniera chiara, Fiorentino: l’epoca del mecenatismo è finita e non perché non ci siano più i ricchi appassionati di pallone, ma perché i tempi sono cambiati. E il calcio italiano è rispetto a quei tempi un po’ indietro. Il passaggio dall’ idea familiar-mecenatistica a quella “industriale” è stato già compiuto dal calcio inglese e in buona parte da quello tedesco. I vecchi club che si identificavano con un presidente facoltoso e carismatico sono destinati a cedere il passo a modelli aziendali più sofisticati. In Inghilterra i nomi dei presidenti quasi non si conoscono; l’idea dell’uomo solo al comando da quelle parti è stata archiviata con una distribuzione di ruoli e conseguenti poteri. […]