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CORRIERE DELLO SPORT Lazio, Napoli, Roma. Assalto allo scudetto
(A. Maglie) – La Missione non è di quelle sul modello Tom Cruise, cioè impossibile, ma contiene un alto grado di difficoltà:interrompere il più lungo dominio sul campionato di calcio italiano che sia stato esercitato sull’asse Milano-Torino, più esattamente sulla direttrice Juventus-Milan-Inter. Non era mai accaduto che lo scudetto, per oltre un decennio, restasse saldamente all’interno di quel triangolo.
Il campionato è ai primi vagiti ma a questo punto il quadro delle avversarie più dirette e accreditate (per quanto si tratti di valutazioni molto premature) raccoglie tre protagonisti: il Napoli, la Lazio e la Roma (in ordine di classifica). Ed è sulle spalle di queste tre che ricade il compito di «muovere» una dinamica che appare bloccata intorno a tre squadre. Un ruolo che nessuno degli interessati rifiuta perché questo potrebbe essere un campionato strano, ricco di variabili.(…)
DOMINIO – Perché il dominio del Triangolo si basa proprio su un grande numero: dal 2001 il campionato conosce solo tre Padroni che si sono divisi dieci titoli in maniera diseguale ma, comunque, significativa. Cinque scudetti li ha conquistati l’Inter, tre la Juventus e due il Milan. Insomma, le tre Grandi tradizionali hanno monopolizzato il campionato. Nulla di nuovo sotto il sole visto che sono le squadre che hanno vinto il maggior numero di scudetti (ventotto la Juve, dieci in più di Inter e Milan). Però, nonostante questa supremazia certificata dai numeri assoluti, non era mai avvenuto che le tre squadre si dividessero il tricolore per un periodo così lungo impedendo l’inserimento di «quarti incomodi». Nel passato avveniva che spuntasse il Cagliari, il Verona, la Samp, la Fiorentina, il Torino o il Bologna di turno interrompendo lunghi periodi di dominio delle Grandi. Più recentemente questo ruolo di «quarto incomodo» lo hanno assolto proprio le tre squadre che adesso si candidano a ripetersi, cioè Napoli, Lazio e Roma. (…)
NOVITA’ – Questo campionato sembra essere quello dell’Anno Zero. Anche perché i problemi finanziari hanno finito per ridimensionare le distanze. Squadre (come l’Inter) che nel passato hanno largheggiato con gli ingaggi, sono state obbligate dal fair play finanziario a rimodulare la rosa. Club che avevano alle spalle un socio fortissimo (il Milan di Berlusconi) hanno dovuto fare i conti con una situazione economica che impedisce di mettere mano con facilità al portafoglio per ripianare le perdite di esercizio. E’ rinata la Juventus che ha vinto e ha impostato un programma che ha come obiettivo la continuità. Ma dall’altra parte società che hanno mantenuto una certosina attenzione ai conti (Napoli e Lazio) oggi possono godere di un «vantaggio» conquistato con un lavoro avviato da tempo. La Roma (peraltro, la squadra che in questo decennio ha provato a scalfire il Dominio) trainata dalla proprietà americana ha fatto investimenti sul presente e, soprattutto, sul futuro. Gli aspetti tecnici potrebbero contribuire al riequilibrio. La Juventus quest’anno dovrà cimentarsi con l’Europa (impegno che non aveva lo scorso anno) e la Champions richiede notevoli energie. L’Inter è stata profondamente rinnovata e dovrà fare i conti con inevitabili problemi di assemblaggio (già emersi nella sfida con la Roma). Il Milan è figlio di un mercato che solo negli ultimi giorni ha un po’ corretto i problemi sorti con le partenze o l’uscita di scena di grandi campioni come Ibrahimovic, Thiago Silva, Nesta, Seedorf, Gattuso. E’ di qui che nasce la sfida centro-meridionale al Triangolo del Nord.