(R. Maida) – Ore 1,20 di questa mattina: alla Roma arriva un messaggio che nessuno sperava di dover leggere: «Cagliari-Roma non si gioca». Dopo ore di telefonate, trattative con la Prefettura di Cagliari, è arrivata la notizia ufficiale che cambia improvvisamente i piani della squadra, già da un paio d’ore ritiratasi nelle proprie camere dell’albergo del centro di Cagliari che la ospitava. Curiosamente pochi minuti prima che la Prefettura diramasse il comunicato ufficiale che sanciva il rinvio, Erik Lamela su twitter aveva manifestato le proprie intenzioni a proposito dell’impegno in programma:«Siamo concentrati, dobbiamo vincere assolutamente. Daje Roma». Non sapeva, Lamela, che a pochi chilometri di distanza stava prendendo corpo una decisione clamorosa, senza precedenti nella storia del nostro calcio. Una partita rinviata non su iniziativa di un’istituzione preposta all’ordine pubblico, ma dopo istigazione di un presidente, Cellino, che con le sue esternazioni aveva messo a rischio la incolumità del pubblico e delle stesse squadre.
ACCOGLIENZA – Per una volta, la Roma aveva ricevuto più coccole a Cagliari che all’aeroporto di Fiumicino. Era stata davvero inaspettata l’accoglienza alla squadra da parte di un centinaio di tifosi, in maggioranza sardi, che hanno assediato Zeman e i giocatori con le richieste di autografi e foto. In assenza di Totti, Osvaldo e De Rossi, il più gettonato era stato Erik Lamela: risucchiato dalla folla adorante, era stato l’ultimo a salire sul pullman che aveva poi accompagnato la comitiva in albergo mentre i cori di incitamento della gente si erano alzati rumorosi. (…)