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(A.Ghiacci)Due partite e due gol: la partenza è stata da grande attaccante, uno che può segnare tanto. Se poi uno che può segnare tanto viene messo nelle mani di un allenatore come Zeman le sue possibilità di trovare la rete avversaria aumentano a dismisura. Questo per dire che una punta come Pablo Daniel Osvaldo quest’anno può fare la fortuna della Roma. La mezza rovesciata volante messa in scena alla prima giornata, una settimana fa contro il Catania, è lì, bella come il sole. Ma è il passato, perché il presente parla di un tocco morbido da brivido, il gol più bello, quello che ha portato la Roma in vantaggio sull’Inter per 2-1. (…) Il tocco è stato bellissimo, morbido, da chi sa giocare – e bene – a pallone: una sensazione lunga e piacevole per tutti i tifosi giallorossi, perché il pallone andava in rete piano e la gente già cominciava a urlare. Il risultato, anche per questo gol, è che a quando mancava più di un quarto d’ora alla fine della partita i tifosi dell’Inter hanno cominciato ad abbandonare lo stadio e gli altri, quelli della Roma, li sentiamo cantare ancora adesso, mentre scriviamo, mezz’ora dopo il fischio finale: una bellezza d’emozione.
DELUSIONE- Osvaldo oggi se ne torna anche in Nazionale, richiamato da Prandelli dopo le apparizioni della scorsa stagione. Però, purtroppo per lui, l’attaccante romanista non riuscirà a godersi appieno quanto di buono, e bello, fatto ieri sera. Un minuto dopo il 90’, infatti, è arrivato il secondo cartellino giallo e di conseguenza quello rosso. L’espulsione lo farà fuori dalla gara con il Bologna in programma tra due settimane, si rivedrà a Cagliari tra una ventina di giorni. Osvaldo ha prima imprecato, poi si è rassegnato e ha cominciato a sorridere amaramente, mentre usciva dal campo. L’artefice di tutto ciò? Ancora lui, Bergonzi, lo stesso che l’anno scorso dopo il ko in casa della Juve proprio Osvaldo definì pesantemente, dicendo che «si sente Dio sceso in terra, mi sento preso in giro, partita indirizzata perché tutti i falli ci vengono fischiati contro, se uno gli parla e lui ti ride in faccia non va bene». Ancora Bergonzi, quindi, sulla strada di Osvaldo. L’arbitro ha sbagliato, perché il fallo di mano che ha sancito il rosso arriva quasi automaticamente come naturale protezione del viso, con il pallone che arrivava forte da pochi metri. «Meglio che non commenti – ha detto Zeman a fine partita – non voglio parlare, si vede che si copriva il viso, ha deciso l’arbitro, diciamo che è stata un’espulsione eccessiva».
AVANTI- Meglio dimenticare in fretta, pensando e ripensando fino alla noia ai due gol nelle prime due giornate. Perché stavolta l’espulsione di Osvaldo non ha nulla a che vedere con il codice etico. La Roma, intanto, si gode il suo attaccante in stato di grazia, anche se per un po’ non giocherà in giallorosso ma solo in azzurro. Si rivedrà con il Cagliari, come detto. E con il Bologna probabilmente toccherà a Lamela. In panchina? I giovani, Nico Lopez e Tallo. L’attacco della Roma è forte anche senza Bojan. E con un Osvaldo così i tifosi giallorossi possono dormire sonni tranquilli. Da stasera, ovviamente. Perché ieri la notte è stata di festa per una gioia che mancava da tempo.