(Corriere dello Sport) – Si ricomincia a sudare a Trigoria. Con il morale alle stelle. Agli ordini di Alberto De Rossi i piccoli giallorossi hanno ripreso gli allenamenti in vista della sfida interna contro il Vicenza, gara valida per la quarta giornata del campionato Primavera. Passata l’euforia per il successo in Supercoppa, la baby Roma si rituffa in campionato a capo fitto perché occupa la quarta piazza dietro alle capolista Lazio e Napoli e al terzo incomodo Juve Stabia a causa del passo falso al debutto. Poi sono arrivate due vittorie di fila. Sei punti al gusto di rivincita che hanno catapultano capitan Carboni e soci nel lotto delle favorite del girone. Come da tradizione decennale, del resto. Il gap da colmare è minimo. Insomma, c’è una vita davanti per mettere la freccia, per diventare lepre e non più cacciatore. E il Vicenza non può far paura. Sia per la classifica deficitaria dei veneti (finora raccolto un solo punto), sia perché Trigoria non è terra di conquista. Così tanto che l’imbattibilità dentro l’impianto casalingo dura da anni, mesi e mesi. Già, per trovare l’ultima volta che la Roma ha piegato la testa davanti al proprio pubblico bisogna usare l’almanacco e fare un tuffo nella storia: finale di stagione 2009/2010, la Reggina sorprende la squadra di De Rossi (1-2) già matematicamente prima in classifica e imbottita di esordienti. Tra questi c’era anche Alex Pena, il portiere classe ’90 che adesso fa parte della rosa del Bari in Serie B. Da allora in poi la parola “sconfitta” si è fermata fuori dai cancelli del Fulvio Bernardini. Sono cambianti gli interpreti, certo, decine e decine di ragazzi che hanno continuato a giocare con alterne fortune, ma la Roma Primavera ha eretto in casa un fortino inespugnabile, quasi impossibile da buttare giù.
De Rossi è un perfezionista, sta lavorando per rendere sempre più collaudato il 4-3-3 camaleontico, dove segnano solo le punte Ferrante, Bumba e Frediani. Si, i magnifici tre, che giorno dopo giorno stanno trovando le misure. Impressionate la partenza di Claudiu Bumba, il ragazzino romeno arrivato a Roma come oggetto misterioso e rivelatosi subito leader. E pensare che non parlava neanche una parola d’italiano. Si è specializzato nei gol-lampo, negli assist da manuale del calcio, dimostrando di non essere arrivato qui per caso. Lui è sicuramente uno degli elementi più interessanti a disposizione di questa piccola grande Roma.