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CORRIERE DELLO SPORT Spesso a Trigoria il grande bomber parlava straniero

Osvaldo in azione

(R.Maida) – Perché i centravanti della Roma non hanno avuto tanta fortuna in Nazionale? C’è anche una spiegazione strategica. Spesso, cioè, la Roma ha avuto un grande centravanti straniero. In tempi recenti ha frequentato Gabriel Omar Batistuta, meteora da scudetto, che in Argentina amano da impazzire per i tanti gol che ha regalato alla sua nazionale. E lo stesso Abel Balbo, per molti anni punto di riferimento offensivo della squadra, ha avuto il suo spazio in patria.

NEL CUORE – Il più grande, almeno nella memoria recente, resta però Rudi Voeller, che nel suo periodo alla Roma (1987-1992) vinse il Mondiale proprio allo stadio Olimpico procurandosi il rigore generoso (eufemismo) che premiò la Germania appena riunificata in finale. Voeller, il tedesco che volava, nella Roma vinse soltanto una Coppa Italia (1990/91) ma trascinò di peso una squadra modesta alla finale di Coppa Uefa (sempre nel 1990/91, persa poi contro l’Inter) con 10 gol.
PIEDONE – Più indietro nel tempo si è fatto amare Pedro Manfredini, formidabile cecchino argentino. Divenne decisivo con 12 reti nella conquista dell’unico trofeo internazionale riconosciuto dall’Uefa (la Coppa delle Fiere 1960/61) della storia della Roma e alzò anche la Coppa Italia 1963/64, di cui fu capocannoniere con 4 reti.
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