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CORRIERE DELLO SPORT Stek tra graticola e Juve

Il gol di Munari a Stek

(R. Maida) –  Si è accartocciato su se stesso, divorato da un buio incomprensibile, atterrando pesantemente sul pallone che poi ha offerto a Munari, mestierante poco incline agli attimi da protagonista. In un attimo, Maarten Stekelenburg è tornato a terra. In tutti i sensi. Come gli era già successo lo scorso anno, nella balorda stagione di Luis Enrique in cui aveva incassato 40 gol in 28 partite di campionato. Con l’aggiunta di un calcio in testa preso da Lucio, due espulsioni, un fastidioso infortunio alla spalla e un lungo campionario di errori più o meno gravi,(…)

DALL’INIZIO – E’ stata dura fin dalla prima partita, tra Stekelenburg e la Roma. Si sono conosciuti in un giorno storico, il 18 agosto del 2011, che verrà ricordato soprattutto per il passaggio di proprietà al gruppo americano. Ma quella sera, il brindisi andò di traverso a Thomas DiBenedetto che aveva seguito la squadra a Bratislava per l’esordio in Europa League. Vinse lo Slovan 1-0 con una rete di tale Dobrotka che sfruttò una “panciata” di Stekelenburg. Ecco il peccato originale.

 

IL SEGUITO – Dopo, ce ne sono stati altri. A Genova, a tempo scaduto, una mancata uscita del portiere consegnò a Malesani la scusa per un festoso balletto in mezzo al campo. Una scelta di tempo sbagliata contro Chiellini salvò la Juve di Conte dalla prima sconfitta, a dicembre 2011. E che dire della notte di Cagliari (quando a Cagliari la Roma giocava)? Un tiro centrale di Thiago Ribeiro diventato letale, un «esco o non esco» che allo stesso Thiago Ribeiro ha assicurato una doppietta forse irripetibile. E mentre a Lecce la sfarfallata su Muriel, che calciò quasi da centrocampo, non incise sul risultato, la sua atavica avversione alle uscite incontro all’attaccante avversario ha provocato le espulsioni decise dall’arbitro Bergonzi contro Juve e Lazio. Una collezione di incubi degna di Dylan Dog, ai quali andrebbero affiancati un paio di facilitazioni concesse a Ibrahimovic (sia all’Olimpico che a San Siro) e due miracoli veri, su Meggiorini (Novara) e Zahavi (Palermo) che hanno salvato il risultato a favore della Roma.

 

E ORA… – In questo campionato sembrava andare meglio. A Milano contro l’Inter, Stekelenburg è stato un muro. Poi lo scontro con Burdisso, in cui non era incolpevole, contro il Bologna. Infine la palla avvelenata sul cross di Berardi, che alla Roma ha sottratto due punti tutto sommato legittimi. Stekelenburg è andato davanti alle telecamere prendendosi le colpe, ottenendo per questo un plauso da molti compagni che ieri lo hanno rincuorato. Ma domani, nella partita e nello stadio peggiore per qualunque portiere, deve scrollarsi di dosso lo shock. «Capita a tutti di sbagliare, perché mai dovrei mandare Stek in panchina?» ha detto Zeman, che ancora non considera Goicoechea pronto e che non può contare sull’infortunato Lobont.  (…)


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