(A. Ghiacci) – Un passo indietro, proprio quando i ricordi cattivi sembravano essere ormai alle spalle. «Sono davvero dispiaciuto, è un peccato, ma nel calcio capita»ammette a fine partita Stekelenburg. Un errore brutto, difficile da mandare giù. Il tiro-cross di Berardi era indirizzato verso di lui: si è chinato, ha provato ad arpionare il pallone, portandoselo al petto come fanno i portieri quando vanno in presa bassa. No, Maarte, così no. La palla è schizzata via dalle mani ed è rimasta lì, a portata di mano dell’accorrente Munari. Ne ha approfittato, il sampdoriano. E la Roma ha rimandato ancora una volta la vittoria casalinga. « E’ colpa mia, mi assumo tutte le responsabilità . Ho fatto un errore che ci è costato due punti, prima di quello ne avevamo tre, dopo ne abbiamo preso soltanto uno ».
CORRIERE DELLO SPORT Stekelenburg “Colpa mia!”
DUBBI – Tutti i dubbi possibili ed immaginabili su Stekelneburg erano emersi nel corso della scorsa stagione. Tra prestazioni con la Roma e quelle con la nazionale olandese i danni erano stati pesanti. L’ultimo capitolo, quello che gli è costato il posto da titolare dell’Olanda, era andato in scena a Ferragosto, contro il Belgio. Dopo due errori Van Gaal gli aveva attribuito le colpe del ko con il Belgio e alla partita dopo lo ha mandato in panchina. Eppure con la Roma Stekelenburg sembrava ormai aver voltato pagina. Prima con il Catania, poi con l’Inter a Milano, anche con il Bologna, dove nell’errore decisivo le maggiori responsabilità erano di Burdisso. E stavolta non c’entra nulla il calcio offensivo di Zeman. Il gioco di Luis Enrique, molto simile a quello del boemo almeno nella fase difensiva, aveva messo in difficoltà Stekelenburg: « E’ vero, è più o meno lo stesso gioco, è calcio offensivo. Naturalmente
giochiamo per vincere ed è lo stesso con tutti. Il sistema è lo stesso ed è lo stesso modo di gioco per un portiere ». Ma stavolta l’errore è tutto suo, il gioco di squadra non c’entra nulla: « Lo so, ma bisogna subito tornare a lavorare perchè tra poche ore c’è un altra partita importante. Potevamo arrivare anche a tre gol di vantaggio, nel secondo tempo non abbiamo creato tanto ma non eravamo così stanchi. Problema psicologico? No, non penso ».
PROBLEMI – Come non c’entra il calcio offensivo che può mettere in difficoltà il portiere, stavolta non c’entrano neanche i problemi di lingua.Stekelenburg di fronte ai giornalisti ha continuato con l’inglese: di italiano ancora nemmeno l’ombra. Ora però, dopo mesi, probabilmente le critiche ricevute gli hanno insegnato che è meglio guardare avanti: « Dobbiamo pensare alla Juventus, sarà molto difficile ». Poi, d’improvviso, eccole le prime parole in italiano: « In bocca al lupo per noi… ». Stekelenburg è stato anche sul mercato, l’estate scorsa. Alla fine è rimasto. La Roma, su invito di Zeman, aveva nel frattempo bloccato Goicoechea. Ma Stekelenburg ha iniziato il campionato e le prestazioni erano state incoraggianti. A Milano, in casa dell’Inter, era stato decisivo in più di un’occasione. Adesso deve mettersi alle spalle l’ennesimo errore. Quello che ieri sera ha avuto un peso importante nella mancata vittoria della Roma. Stekelenburg punta sulla Roma: « Possiamo vincere ogni partita, è ovvio che poi ci sono episodi per cui si può anche non vincere