(A. Ghiacci) – Non rappresenta più una novità, ormai. Da anni è abituato a partire in seconda linea, tra quelli che dovrebbero essere le riserve. Un paio di mesi dopo però, eccolo di nuovo lì. Importante, prezioso, duttile. E anche simpatico, che non fa mai male. Tutto questo è Rodrigo Taddei, che anche stavolta si è ripreso la Roma a suon di corse, impegno e grandissima professionalità. Domani pomeriggio uno dei due posti di terzino sarà il suo. Il Bologna peraltro, avversario all’Olimpico, lo riporta indietro di circa nove mesi. E il ricordo è dolce: proprio da esterno sinistro, ruolo in cui lo ha lanciato Luis Enrique, segnò il gol del vantaggio giallorosso in una delle migliori versioni della Roma alla catalana. (…)
DETERMINAZIONE – Anche domani Taddei percorrerà chilometri e chilometri sulla fascia. Alle spalle del capitano, Francesco Totti, con il quale proverà a duettare come tante altre volte ha fatto da cinque anni a questa parte. Taddei è parte integrante dello spogliatoio giallorosso, due settimane fa a San Siro ha giocato la sua partita numero 270 con la maglia giallorossa. E’ stato uno dei pilastri delle stagioni di Spalletti, con l’arrivo della nuova proprietà sembrava che il suo percorso alla Roma potesse finire, anche durante l’ultima estate. Invece no: Taddei è ancora lì e domani riparte titolare. «Cerco sempre di passare ai più giovani quello che ho imparato a Roma in questi anni» la testimonianza del senso di professionalità e umanità manifestato da Taddei ai microfoni di Roma Channel. «Il calcio mi ha sempre dato tutto quello che ho voluto, ma fuori dal campo anche la mia famiglia, gli amici, la mia fidanzata, mi fanno trascorrere le giornate con il sorriso. La mia vita è molto stabile, cerco di dare sempre il massimo. Poi, se gioco o no cambia poco, rispetto sempre le scelte dell’allenatore. Arrabbiarmi? Per me è impossibile. Nel calcio c’è spazio per tutti, bisogna aspettare la propria opportunità e non fallire. Questa è uno dei miei punti di forza». Apprezzato dai tifosi non solo per il contributo prezioso e costante. Nel 2005 si promise alla Roma e non tradì: aspettò la scadenza del contratto con il Siena e arrivò a Trigoria.
POSIZIONE – Da sotituto di Balzaretti, a Milano Taddei ha giocato una mezz’ora ad alti livelli. Ormai è una certezza. Nei primi giorni di ritiro, come sempre, ha sfruttato le straordinarie doti fisiche e la facilità di corsa: era sempre in testa al gruppo. Difficile che Zeman, rimasto favorevolmente impressionato dal brasiliano, possa pensare di spostarlo di fascia. Da esterno di difesa, Taddei, pur giocando con il piede destro, va meglio a sinistra: «E’ vero, da quella parte mi trovo meglio». Forse pecca un po’ nella fase difensiva, perché non ha nelle movenze naturali i tempi del difensore puro. Ma certo è che questo con un allenatore come Zeman non rappresentare un vero e proprio problema. Anche quando gioca Balzaretti, la Roma punta comunque su un esterno di difesa che a tutto pensa tranne che a difendere sempre e comunque. Anzi, Taddei può sfruttare l’innata facilità di corsa per sostenere l’azione proprio come vuole il tecnico boemo. A maggior ragione se dall’altra parte ci sarà Piris, che comunque per ora non sembra ancora in grado di garantire una spinta continua.
AMORE- Taddei è parte della Roma. E ora ha un obiettivo ben preciso: «Le mie più grandi soddisfazioni? Il gol nel derby e quello a Madrid. Poi ci sono state tante altre gioie, come le due Coppe Italia e la Supercoppa. Ma non è finita, mi impegnerò per regalare una soddisfazione ai tifosi». Sul suo impegno nessuno ha dubbi. Ecco perché Taddei e la Roma, sono ormai come una cosa sola. L’immagine? Quella mano che finisce sotto la maglia dopo i gol e batte come il cuore.