(M.Iaria) – Massimo Cellino ha commesso il più clamoroso degli autogol invitando i tifosi ad assistere a Cagliari-Roma, in spregio all’ordinanza della Prefettura che aveva disposto le porte chiuse a Is Arenas. Il conseguente rinvio deciso d’urgenza, nella notte tra sabato e domenica, dal prefetto Giovanni Balsamo, farà scattare oggi lo 0-3 a tavolino per la Roma. Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel si pronuncerà così dopo aver letto il referto dell’arbitro Giannoccaro, cui è allegato il decreto della Prefettura di Cagliari. Quelle parole non lasciano dubbi sulla responsabilità del differimento del match in capo al patron rossoblù, con la nota diffusa sul sito nella serata di sabato. «Tale decisione — si legge infatti — si è resa necessaria per l’urgente e grave necessità di prevenire ogni forma di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle reazioni emotive irrazionali e inconsulte ingenerate dall’invito formulato dal presidente del Cagliari».
Non solo partita persa Tosel si deve limitare soprattutto al risultato della gara, poi trasmetterà il referto (e l’atto della Prefettura) alla procura federale che già ieri ha aperto un fascicolo sulla vicenda. A questo punto le strade si dividono. Da un lato è probabile checontro la decisione del giudice sportivo il Cagliari presenti appello alla Corte di giustizia federale; dall’altro c’è l’inchiesta di Palazzi che — dopo aver ascoltato Cellino — dovrebbe procedere a un deferimento alla Disciplinare. In questa sede il presidente del Cagliari rischia una squalifica e la squadra — proprio per la responsabilità diretta — una penalizzazione in classifica.
Reazioni Dal punto di vista giurisprudenziale, è la prima volta che si verifica una situazione del genere, non ci sono precedenti e anche l’avvocato Mattia Grassani, che segue il Cagliari nelle sue vicende sportive, ammette: «È una situazione che si è presentata per la prima volta, ora vediamo come si evolveranno i fatti». Ci sono poi le reazioni «politiche». E quella del presidente della Figc Giancarlo Abete è durissima: «Il comportamento di Massimo Cellino è inaccettabile, provoca un danno d’immagine a tutto il calcio italiano. Si tratta di atti da sanzionare anche oltre i limiti della giustizia sportiva. La Lega ne deve trarre una morale e cogliere lo spunto per migliorare la qualità dei comportamenti dei suoi dirigenti». «Incomprensibile» è l’aggettivo usato da Maurizio Beretta, anche perché la Lega si era spesa con l’Osservatorio del Viminale per una parziale apertura dello stadio di Quartu Sant’Elena per la partita di domenica col Pescara: mercoledì la riunione.