(F. VELLUZZI) – Finisce male. Malissimo. Cagliari-Roma non si gioca. Prefetto e Questore all’una di notte hanno deciso di rinviarla a data da destinarsi. La soluzione più ovvia dopo l’incredibile comunicato del presidente del Cagliari Massimo Cellino che ha portato a un muro contro muro. Lotta dura tra tre contendenti: Massimo Cellino, la Prefettura e la Questura di Cagliari. Il presidente del Cagliari, dal buen ritiro di Miami, controlla e monitora la sconcertante situazione stadio. Tanto che ieri sera ha diffuso di suo pugno un comunicato sul sito del club in cui invitava i tifosi a recarsi allo stadio Is Arenas di Quartu S.Elena: «La società Cagliari Calcio, visto il perdurare della situazione che porta a non vedere più un futuro per via delle difficoltà burocratiche ed il disinteresse collettivo delle istituzioni, invita e chiede a tutti i suoi tifosi titolari di biglietto e abbonamento di recarsi allo stadio per assistere a Cagliari-Roma nel rispetto dell’ordine e della civiltà. La Cagliari calcio e i suoi ingegneri reputano, infatti, la struttura agibile e sicura. Questo atto, assolutamente pacifico, spinto dal dolore e dalla frustrazione per difendere il diritto di esistere. Viceversa è giusto prenderne atto».
Caos totale Il comunicato di Cellino ha inasprito ancor di più le autorità, in particolare il questore uscente (il 30 andrà a Milano e verrà sostituito da Massimo Bontempi) Luigi Savina e lo stesso prefetto Giovanni Balsamo che ha convocato un comitato straordinario alle 23. I due sono arrivati proprio a quell’ora in prefettura. La polizia aveva già pensato a rafforzare le misure di sicurezza con più di 200 uomini, ma non aveva considerato l’ultima trovata del dirigente rossoblù che in città trova tante sponde tra potenti, alcuni politici e la tifoseria più rumorosa, quella degli Sconvolts. Proprio questa è una strategia importante, usata dalla mattinata di ieri con l’aiuto del sindaco di Quartu Mauro Contini che da maggio ha sognato di portare la Serie A, il Cagliari nella sua città per aumentare consensi. L’idea è quella di agire sul cuore dei tifosi, portandoli, innanzitutto, fuori dallo stadio a protestare per far capire a chi di dovere che è meglio buttarli dentro che lasciarli fuori. L’estremo assalto per riuscire a far aprire, almeno agli abbonati (circa 4 mila), è, però, fallito. Perché la polizia ha intuito il pericolo e, d’accordo col prefetto, che, finora, era stato decisamente vicino al Cagliari, ha ribadito le porte chiuse. La Lega calcio ha giudicato la nota «incomprensibile e ingiustificabile», di sicuro ci saranno conseguenze per i il Cagliari e per Cellino dal punto di vista disciplinare. E’ un fatto senza precedenti ma la nota di ieri può configurarsi come la causa scatenante del rinvio di un match prefissato facendo scattare lo 0-3 a tavolino. Senza dimenticare le eventuale violazione delle norme sulla prevenzione dei fatti violenti che può portare anche penalizzazioni in classifica.
Inagibilità Critica è dir poco: Mancano tribuna e sala stampa, mancano le documentazioni sulle tribune, i calcoli statici sui parapetti, verifiche sui gradoni in legno lamellare e sulla struttura del maxi schermo. Soprattutto non sono stati prodotti decine di elaborati richiesti per la main stand, gli impianti elettrici, il pronto soccorso, le misure antincendio. E in più c’è la preoccupazione di tutte le forze di polizia (Siap in primis) per ciò che può avvenire all’esterno dell’impianto di Is Arenas. Per fortuna i tifosi della Roma (che non hanno ottimi rapporti con quelli rossoblù) si sono astenuti dalla trasferta in terra sarda. Altrimenti il rischio sarebbe stato doppio. Ieri sera lo staff giallorosso in hotel era sconcertato. Ma, dopo una lunga cena, quasi un’ora, qualche dirigente ha capito: «Qua va a finire che ci rimette la partita e non si gioca». Fiuto di chi ha esperienza nel mare in tempesta. Ora la tempesta si abbatte su Cagliari, sul Cagliari, sempre più solo, e su una squadra sconvolta che non merita una situazione così