(M. Cecchini) – Sarà la scarsa adrenalina procuratagli dalle sue stagioni in Ducati, ma che a Valentino Rossi venga sonno — come recita un suo tweet — vedendo una conferenza di Zeman, è francamente singolare. Certo, bisogna interpretarne pause e pregresso, ed è per questo che la vigilia della sfida contro la Sampdoria è vissuta (anche) nel botta e risposta contro Ciro Ferrara. Con un corollario tecnico: per il boemo «la Roma è da scudetto».
Giustizia & Polemiche «Chiudere la polemica con Ferrara? Io non devo chiudere niente. Dovrebbe prendersela con i tribunali e con se stesso. Sono i giudici che per 10 anni si sono interessati di quei problemi. Basta e avanza. E poi ha parlato lui mica io, come prima aveva parlato Vialli, eppure si dice: “veleno di Zeman”. Parlano loro e la polemica la faccio io… Dare la mano a Ferrara? Io saluto tutti». E quando gli riferiscono la frase di Chiellini che «per essere grandi allenatori bisogna vincere», rintuzza: «Non è la mia aspirazione diventare grande, ma solo migliorare i giocatori a disposizione». E poi aggiunge: «Il calcio è fatto per parlare. Le polemiche mi piacciono se però servono per costruire e migliorare, invece ognuno fa i propri interessi». E questo porta dritto alla sentenza che ha dato alla Roma lo 0-3 a col Cagliari. «Dispiace che non si sia giocata la partita, ma non è dipeso da noi, eravamo pronti. Sul risultato penso che le regole dovrebbero valere sempre e per tutti. Cellino arrabbiato? Penso che ci sia tanta gente molto più arrabbiata con lui. Bisogna dare più conto a loro. La colpa è sua. Se poi lui ha problemi col Comune, non credo possa interessare alla Figc. Non temo ripercussioni. Ha paura chi cerca alibi, io non li cerco. Verremo trattati come dovremo venire trattati. Poi per la gente è diverso, non riesco a convincerli. Il calcio italiano ha dei problemi, spero vogliano superarli. Lotito? Le polemiche le lascio agli altri. C’è un regolamento e almeno Tosel lo ha capito. Baldini avvoltoio? Non ha detto niente di offensivo, si è rimesso al regolamento, dicendo delle cose nell’interesse della Roma». Insomma, artigli affilati, tranne nel giudicare il ruolo di Beretta (subito presente sul caso Cagliari) come presidente di Lega ed espressione di UniCredit, cioè partner proprietario della Roma al 40%. «Conflitto d’interessi? No, c’è un regolamento, si vede che i club hanno fiducia in lui». Come se un voto bastasse a cancellare una anomalia. E la battaglia sulla finanza fuori dal calcio? Sarà per la prossima volta.
Pjanic: 10° stop Con queste premesse, parlare di calcio è quasi un optional. Ma, segnalato il rientro di De Rossi e Totti — che domani festeggia i 36 anni — è opportuno dire come nella rifinitura si sia fermato Pjanic che, pur convocato, allunga la lista degli infortuni stagionali (il 10°). L’ottimismo però a Zeman non manca. «La Juve sembra la più forte, ma il campionato è lungo, Inter e Milan non sono tagliate fuori. La Roma comunque è da scudetto. Io a questi giocatori credo e la mia affermazione non deve essere un boomerang, ma uno stimolo. Penso che tutti i giocatori e gli allenatori abbiano ambizioni, nessuno gioca a perdere. Valutando la mia rosa sono convinto che possiamo vincere con tutti». La Samp è avvisata.