(A. Pugliese) – Stavolta la Juventus non c’è, ma Zeman le sue verità le dice lo stesso. «Non criticare il sistema calcio sarebbe stata un’ipocrisia, per me e per i tifosi», dice nell’intervista rilasciata a Kicker (che dedica un bel servizio anche alle tante idee di Christoph Winterling, il direttore commerciale tedesco della Roma). «Il calcio è ancora più business e politica e meno sport. Ma il business ha regole differenti e il calcio oggi ha una mentalità “usa e getta” che grava molto su giocatori e allenatori». Una mentalità che ha aiutato l’erosione dell’appeal della Serie A. «Quella attuale è equilibrata, ma ci mancano delle squadre d’élite. Economicamente, poi, non può competere con Germania, Spagna ed Inghilterra ed è anche normale che la gente si sia allontanata. Sono successe troppe brutte cose: gli episodi all’interno dei club, delle istituzioni, l’escalation di violenza».
E quando gli chiedono come mai, nonostante Prandelli lo abbia definito un «maestro», non ha mai allenato top-club, Zeman risponde come sempre: «Non è dipeso dalla mia volontà, ma da quella altrui». Infine, il gioco: «Non esiste quello perfetto, ci sono sempre errori, ma per me il risultato può essere casuale, la prestazione no[…]»