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IL DUELLO Zeman contro Carrera, il boemo sfida lo “stile Juventus”

Si sa. A Roma, la sfida più sentita dopo il derby, è quella con la Juventus. Perchè quella con i bianconeri non è una semplice partita di pallone, ma uno scontro tra due modi di fare e di vedere il calcio. Uno scontro tra due realtà sportive caratterizzate da valori diversi, opposti e che tra di loro non possono convivere. Valori che incarnano alla perfezione i tecnici delle due squadre: Zdenek Zeman ed Massimo Carrera. Se il primo infatti vede il calcio come uno sport in cui debba vincere il migliore, dimostrando la propria forza sul campo senza inganni, il secondo incarna quello “stile Juventus” che dirigenti, giocatori ed allenatori si tramandano ormai come “da padre in figlio” in quel di Vinovo. Una sfida fatta di tribunali, di denunce, di accuse, di doping e di latrocinio. Una sfida tra il tecnico boemo e i bianconeri va avanti da anni fuori dal campo e che nel match dello Juventus Stadium finalmente prenderà la forma del calcio giocato. Una sfida quella tra Zeman e Carrera che può essere considerata come una sfida nella sfida, perchè il tecnico bianconero, sabato sera, incarnerà Conte, Agnelli e chiunque altro ce la possa avere con il boemo, per un motivo o per l’altro. Ma se a Torino sono pronti ad inneggiare ai 30 scudetti ed a caricare Carrera affinchè “sbrani” il boemo, Roma è tutta compatta con Sdengo, ed il grido che si alza per lui è uno solo: “Vai Zdnek ed insegna loro il calcio, quello vero”.

ZDENEK ZEMAN

Zdenek Zeman

Zdenek Zeman nasce a Praga il 12 maggio 1947. Le sue prime esperienze come allenatore avvengono in squadre siciliane dilettantistiche (Cinisi, Bacigalupo, Carini, Misilmeri ed Esakalsa) per poi prendere il patentino di allenatore professionista a Coverciano nel 1979; grazie anche all’intercessione dello zio, ex allenatore della Juventus, è chiamato ad allenare le giovanili del Palermo, dove resta fino al 1983. Dopo delle buone stagioni a Licata, con cui vince il campionato di Serie C2, viene ingaggiato prima dal Foggia (Serie C1) e poi dal Parma in Serie B, dove durante il precampionato riuscirà a sconfiggere per 2-1 il Real Madrid per essere poi esonerato qualche mese dopo. Zeman torna quindi in Sicilia alla guida del Messina, dove ha modo di lanciare in prima squadra Salvatore Schillaci. Dopo una stagione alla guida del Messina viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in Serie B, alla cui presidenza c’è Pasquale Casillo. Nasce quindi, nel 1989, il “Foggia dei miracoli”, caratterizzato da un 4-3-3 spiccatamente offensivo e da un gioco spumeggiante. La squadra, dopo aver vinto il campionato di Serie B 1990-1991 con il contributo determinante del trio delle meraviglie composto da Francesco Baiano, Giuseppe Signori e Roberto Rambaudi, si salverà per tre stagioni nella massima serie, ottenendo un nono, un undicesimo e nuovamente un nono posto. Nel 1993-1994, l’ultima stagione prima dell’addio di Zeman, il Foggia sfiora l’ingresso in Coppa UEFA, venendo poi sconfitto (0-1) dal Napoli all’ultima giornata di campionato. Per la stagione 94-95 viene ingaggiato dalla Lazio di Cragnotti.  Con la compagine biancoceleste il tecnico boemo centra al suo primo anno il secondo posto, dopo aver battagliato per un certo periodo per lo scudetto. Alla terza stagione, la Lazio non riesce ad esprimersi bene durante il girone d’andata e viene eliminata in Coppa Italia e Coppa UEFA da parte rispettivamente di Napoli e Tenerife. Dopo la sconfitta interna subita da parte del Bologna per 1-2, il 27 gennaio 1997, il tecnico boemo viene esonerato. Per l’annata successiva il presidente Franco Sensi gli offre la panchina della Roma e Zeman accetta di prendere per mano una squadra che l’anno precedente era arrivata dodicesima in Serie A salvandosi alla quartultima giornata battendo l’Atalanta. Ottiene il quarto posto e nel campionato 1998-1999, ancora alla Roma, Zeman giunge quinto non venendo poi confermato per la stagione successiva, in quanto al presidente giallorosso era stato consigliato di allontare il tecnico boemo, in quanto mal visto al nord dopo le sue accuse di doping alla Juventus. Dopo varie esperienze tra Turchia e Serie B italiana , nel 2004 viene richiamato in Serie A ad allenare il Lecce, ottenendo la salvezza. Dopo le esperienze in salento ed in Serbia con la Stella Rossa, nell’estate 2011 approda sulla panchina del Pescara compiendo l’ennesimo miracolo della sua carriera: dopo 21 anni riporta il “Delfino” in Serie A. Un miracolo sportivo non da poco, se si pensa che la squadra a lui consegnata era stata allestita per una comoda salvezza, e che non è passato inosservato: infatti, nel giugno 2012, la nuova Romaamriecana, tra l’entusiasmo dei tifosi giallorossi, ha deciso d’ingaggiare il tecnico boemo per il dopo Luis Enrique, dando un tocco di romanticismo ad una favola (quella tra Zeman e la Roma), che si era interrotta bruscamente nel ’98.

 

MASSIMO CARRERA

Massimo Carrera

Massimo Carrera nasce il 22 arpile 1964 a Sesto San Giovanni. Dopo una carriera da calciatore nelle file di Juventus, Bari, Atalanta e Pro Vercelli, il 18 giugno 2009 viene designato come il nuovo coordinatore del settore giovanile dei bianconeri. Esordisce sulla panchina della prima squadra il 4 agosto 2012 nell’amichevole con il Málaga disputata a Salerno: Carrera sostituisce l’allenatore Antonio Conte e il suo secondo Angelo Alessio, entrambi in attesa di giudizio relativamente al loro coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse. In seguito alla sentenza di squalifica per Conte e Alessio (rispettivamente condannati a 10 e 8 mesi dalla Commissione Disciplinare), è confermato allenatore ad interim della prima squadra, a partire dal primo incontro ufficiale della stagione 2012-2013, la finale di Supercoppa italiana disputata l’11 agosto 2012 contro il Napoli allo Stadio nazionale di Pechino; la squadra bianconera s’impone per 4-2 ai tempi supplementari e Carrera conquista il suo primo trofeo in veste di tecnico. Il 25 agosto successivo, persistendo la squalifica di Conte e quella di Alessio anche dopo il secondo grado di giudizio, colleziona la sua prima panchina in Serie A.

 

A cura di Edwin Iacobacci

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