Premessa necessaria: nel titolo si richiamano due famosi (opinabili i gusti) vampiri della letteratura e del cinema. Il primo, tratto dal celebre romanzo di Bram Stoker, incute timore ai più. Il secondo, di natale molto più recente, è il protagonista della serie vampiresca di Stephanie Mayer “Twilight”, dotato di forza, velocità e (opinabilissimo) bell’aspetto. Nella denominazione del terzino destro giallorosso “I-vanPiris”, c’è molto del Conte della Transilvania come hanno potuto constatare i tifosi della Roma: fra l’inquitante e il tenebroso al minimo tocco di palla.
Accolto con scetticismo dato il suo non brillantissimo e affermato passato, i tifosi l’hanno subito identificato, senza praticamente mai vederlo, come il nuovo Josè Angel (anche per una sinistra somiglianza). Presentato da Sabatini come un buon marcatore difensivo, il terzino paraguaiano sin dalle amichevoli pre campionato non ha dimostrato certo il piglio e il guizzo necessario per essere un terzino “zemaniano” (nonostante l’avallo dell’acquisto da parte di Zeman a pochi giorni dalla chiusura della trattativa) ma visto che la preseason conta il giusto, le valutazioni sono state rimandate.
L’inizio di campionato non è stato certo rassicurante: il secondo gol del Catania (nel 2-2 del 26 agosto) è arrivato dalla sua parte, ma la maggior parte delle volte è stato rapido in chiusura e discreto in fase di spinta. Non certo Dani Alves, però un discreto terzino su cui lavorare. Nel match con l’Inter, anche a causa della vittoria, la sua prova non convincente non è risaltata molto agli occhi.
Il patatrac si ha con la partita contro il Bologna: nel primo tempo cerca di spingere con buona continuità ma senza creare dei veri pericoli; nel secondo, in quei 3 minuti di follia, c’è molto di suo nei gol subiti (coadiuvato da un non eccelso Burdisso). La sostituzione con Marquinhos (ruolo naturale centrale di difesa) è sinonimo di bocciatura: la spiegazione di Zeman è stata che “serviva qualcuno che spingesse in quella zona”…ma se il terzino stampo zemaniano non spinge, che utilità ha?
Piris, in questo momento una scommessa vera e propria, è l’unico veramente di ruolo in quella zona del campo e, forse, andava aiutato nella crescita da un giocatore più esperto (tant’è che da qualche settimana si sta facendo il nome di Zambrotta o comunque sarebbe bastato anche un Cassani, giocatore discreto ma con esperienza nel campionato italiano, operazione simil Balzaretti con Dodò ). Ora come ora il giocatore, come ha dichiarato Sabatini nel post-partita di Roma-Bologna, non va “ucciso” ma aiutato: magari un po’ di panchina con spezzoni di partita gli potrebbero far bene, ma il calciatore va ricostruito e sfruttato per non fargli fare la fine dell’ “imbranato” Josè Angel. Ci vuole la sapiente e, qualche volta, dura mano di mister Zeman.
Giovanni Parisi