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IL MESSAGGERO Comanda Destro

Totti e Destro

(A.Angeloni) – Quando la Roma vinse l’ultima volta in Sardegna, 29 ottobre 1995 (doppietta di Fonseca), gente come Lopez (’93), Lamela (’92), Destro (’91) e Pjanic (’90) avevano dai due ai cinque anni al massimo. È passato troppo tempo, quei quattro erano piccoli e con il calcio avevano nulla a che fare, adesso sono giovani calciatori, talenti, potenziali campioni, giocano nella Roma e domani devono prendersi la squadra sulle spalle, visto che contro il Cagliari (si gioca all’Is Arenas di Quartu Sant’Elena a porte chiuse), mancheranno Osvaldo, Totti e, come era prevedibile, De Rossi, che sta meglio ma non al top. Diciamo pure – senza esagerare – i tre più «pesanti».
Zeman si aspetta molto soprattutto da Destro, a caccia del primo gol con la maglia giallorossa e forse della prima vera prestazione convincente. Gli succederà quello che vuole e per la seconda volta consecutiva: giostrare da centravanti. Fin ora, due partite giocate, con Inter e Bologna, una così e così, una male male. E parliamo della gemma del mercato della Roma, del calciatore strappato alla Juventus, di quello definito «il centravanti della nazionale per i prossimi dieci anni». E allora? Che è successo? Un Destro da buttare? No, c’è tempo per i giudizi definitivi. Diciamo che Mattia sta vivendo una fase di ambientamento tattico e psicologico. Ricapitolando: la prima di campionato con il Catania l’ha saltata per squalifica, con l’Inter è stato schierato a destra, lì lo vuole Zeman che preferisce Osvaldo al centro, e non è andato malissimo. Con il Bologna, assente Daniel per squalifica, ha fatto il centravanti, senza però beccarla mai. Domenica scorsa ha prevalso l’ansia da prestazione e va bene, l’Olimpico per i novizi è una brutta bestia;domani le condizioni ambientali sono ideali, lo stadio è vuoto e non ci sono pressioni. Solo nella parentesi in nazionale Destro ha convinto di più, pur senza trovare un’intesa d’acciaio con Osvaldo. Domani al di là dell’aspetto ambientale, Mattia sarà ancor più carico di responsabilità, visti i compagni di reparto che mancheranno per infortunio: se Osvaldo non ci sarà di sicuro (problema al ginocchio), Totti (dolore alla coscia) stamani farà un punto della situazione con i medici, ma la speranza di vederlo in campo sono minime, visti anche i prossimi impegni della Roma (Samp e Juve).

Destro è a caccia della prestazione convincente e del primo gol con la maglia della Roma, smania di ricominciare la stagione sulla falsariga di quella passata, che lo ha lanciato nel grande calcio, con dodici gol in campionato (nemmeno uno dei dodici contro il Cagliari). Sarà lui l’uomo guida dell’attacco di Zeman, che sarà formato da altri due baby, Lamela da una parte, Lopez dall’altra, un trio provato anche ieri a Trigoria. Oppure, ipotesi secondaria, al posto dell’attaccante uruguaiano, Pjanic (con Marquinho a centrocampo). La sensazione è che alla fine andranno in campo Lamela, Destro e Lopez (in questo caso Mattia sarebbe il più vecchio dei tre), con Pjanic in mezzo al campo insieme con Tachtsidis e Florenzi. «Non c’è differenza tra giocare a sinistra o destra, avanti o dietro. Se n’è parlato troppo», dice Pjanic a Sky. «Serve più serenità. Scudetto? Roma, Napoli e Juve le favorite. Cagliari un tabù? Stavolta vogliamo i tre punti, anche se i nostri avversari difendono molto bene. Sta a noi provare a fare velocemente un gol per destabilizzare la squadra e avere più spazio». Ecco perché serve il Destro vero.

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