(M. Ferretti) – Quella manciata di minuti contro l’Aris di Salonicco, quattro giorni dopo Ferragosto, impreziositi da una rete segnata sotto la Sud con l’amichevole partecipazione del portiere greco non contano. L’esordio vero all’Olimpico ci sarà domenica, per Mattia Destro.
Il fiore all’occhiello del mercato della Roma (un fiore costoso assai: 16 milioni di euro), costretto a saltare la prima di campionato contro il Catania perché squalificato, da giorni confida senza pudore di non veder l’ora di giocare nel suo stadio. Si presenta ai suoi nuovi tifosi (saranno circa 50 mila) con un sacco di belle etichette, non ultima quella di uomo nuovo del calcio italiano rimediata dopo la partita di Modena con la maglia azzurra contro Malta. Tutto per essere andato a bersaglio dopo meno di cinque minuti di gioco, lasciando un segno determinante sull’andamento della partita. Un gol da centravanti vero, con scatto in profondità sul filo del fuorigioco su un pallone in verticale servitogli da Marchisio. Tutto molto bello, avrebbe detto Bruno Pizzul: il lancio, il movimento di Destro e la conclusione di destro dell’attaccante della Roma. Che, vale la pena ricordarlo, nella massima serie ha segnato quattordici reti con le maglie di Genoa e Siena e nessuna di sinistro: dieci con il destro e quattro di testa.
Dopo aver firmato il primo gol con la nazionale maggiore «ho realizzato il sogno di ogni bambino: giocare con l’Italia e fare gol», Mattia vuole rompere il ghiaccio anche con la Roma. A Milano, prima della sosta, aveva giocato largo a destra senza brillare: domenica, complice la squalifica di Osvaldo, l’altro cinquanta per cento della strana coppia romanista, potrà piazzarsi nel suo ruolo naturale, quello di attaccante centrale. È stato molto bravo, Destro, a mordersi la lingua quando nei giorni passati gli è stato chiesto più volte di esprimere un desiderio tattico, ha recitato il copione del bravo professionista «dove mi mette il mister, io gioco» anche se un «al centro mi trovo meglio…» gli è scappato. Ecco, domenica contro il Bologna avrà la possibilità di passare dalle parole ai fatti. Le scelte, lì davanti, sembrano fatte: Lamela attaccante di destra, Totti (la caviglia acciaccata non desta preoccupazioni) e Destro in mezzo.«Giocare con Totti significa avere un esempio che puoi vedere giorno dopo giorno, puoi osservare il modo in cui si allena, la voglia che ha e soprattutto le qualità che mostra durante gli allenamenti», ha dichiarato ieri a Sky.
Ha scelto la Roma, ha detto no a tutti gli altri grandi club italiani e per questo è già entrato nel cuore della gente romanista. Un gol, una prestazione maiuscola contro il Bologna potrebbe, conoscendo la città, farlo salire sul podio dei più amati. Sa che la piazza è esigente, che i tifosi da lui pretendono tanto ma Mattia non si spaventa. Punta in alto, come la sua gente. «Gli obiettivi della Roma? È presto per parlarne, ma per come stiamo lavorando e per il progetto e la voglia che abbiamo, spero di arrivare a raggiungere con la squadra obbiettivi importanti», pensa. «Zeman è un allenatore di poche parole, ma le poche volte che parla si fa sentire: noi stiamo cercando di seguirlo il più possibile e speriamo di fare una grande annata». Roma da vertice, ma «la Juventus è la squadra da battere, la favorita per la vittoria del campionato e ha fatto una campagna acquisti molto importante». Poteva esserci anche lui, nella lista dei neo-acquisti bianconeri ma, nonostante la pressione del padre torinese e juventino, ha scelto Roma e la Roma, «sono sempre stato convinto di venire qui e alla fine sono arrivato». Eccomi qua, sono venuto a vedere lo strano effetto che fa…, direbbe l’immenso De Gregori.