

(S.Carina) – È bastata la prima sconfitta stagionale per riaprire un discorso mai concluso, quello su Zeman. Ascoltando ieri le radio locali sembrava quasi che il tempo si fosse fermato a tredici anni fa. Come al solito il boemo divide come nessun altro, tra chi lo difende sino alla morte e altri che non condividono il suo modo d’intendere il calcio. «Anche quest’anno siamo relegati ad un campionato anonimo. Vinceremo qualche partita, ne perderemo altre, siamo tornati sull’ottovolante», il leit-motiv dei delusi. La replica non si fa attendere: «Perché ora volete dire che la sconfitta con il Bologna è colpa di Zeman? Ma che responsabilità ha se Piris è scarso e sbaglia sui primi due gol, senza dimenticare Burdisso che decide di franare addosso a Stekelenburg facendogli perdere il pallone sul terzo? Il primo tempo doveva finire 5-0».
Il ping-pong va avanti tutta la giornata: «Chi afferma che è la solita sconfitta zemaniana ha visto un’altra partita. La Roma ha preso tre gol a difesa schierata. Dov’era questa squadra sbilanciata in avanti?» si domanda un fan del boemo in una delle tante emittenti radiofoniche in città. Singolare che la telefonata che lo segue sia diametralmente opposta: «Sentivo il tifoso che mi ha preceduto: ma Zeman è diventato una religione? Non sbaglia mai? Avrà commesso una volta un errore nella sua vita o è una sorta di secondo Messia?». Zeman ma non solo. Qualche tifoso se la prende anche con la società: «Ma quando si diceva che andava rafforzata la difesa, che presentarsi con Piris era un azzardo, che avere due ragazzini come sostituti di Burdisso e Castan era quantomeno una scommessa, la dirigenza dov’era? Ora abbiamo due centravanti e la banda del buco dietro».